Le chiamano "truffe romantiche" e non si sa perché indulgere in questi termini quando i protagonisti sono criminali che fanno leva sui sentimenti di persone evidentemente in situazioni di debolezza.
Per rendere più verosimile la truffa architettata, i criminali si spingevano a creare fittizie identità di studi legali che confermavano, utilizzando comunicazioni via mail, le esigenze ed urgenze economiche di «Larry Brooks». I primi accertamenti effettuati in rete e sui flussi finanziari confermavano i sospetti che il profilo fake avesse mietuto molte vittime e truffato decine di donne; nel corso delle indagini sono emerse 32 vittime accertate con un provento illecito di circa 400.000 euro nel periodo dal 2018 al 2021.
Di queste, però, solo 8 hanno formalizzato una denuncia. La lunga attività investigativa è stata condotta affiancando tecniche classiche di investigazione ad attività di analisi del traffico delle comunicazioni internet e dei flussi finanziari ed ha consentito di identificare nel Lazio gli odierni indagati. Sui conti correnti riferibili al gruppo criminale sono transitate somme di denaro provento delle truffe, inviate direttamente dalle vittime, per poi essere incassate, o trasferite su conti nelle disponibilità dei complici, in molti casi con rimesse di denaro all'estero, per la condivisione dei proventi della truffa. Agli indagati è stato contestato anche il reato di sostituzione di persona; difatti «Larry Brooks» esiste realmente negli Stati Uniti e la foto utilizzata nei profili falsi è di un avvocato statunitense che ha presentato denuncia alle autorità americane.
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