L’ha guardata agonizzare, sul pavimento di casa sua, immersa in un lago di sangue. E non ha fatto nulla. «Non è morta subito. Tremava tutta, aveva le convulsioni», ha detto il diciassettenne arrestato per l’omicidio di Michelle Maria Causo: dopo una lite, mercoledì scorso l’ha colpita con almeno sei coltellate.
Michelle si poteva salvare
E ancora: «Ho aspettato che morisse e poi ho pensato a come sbarazzarmi del corpo», il senso delle dichiarazioni rese dal ragazzino. Un interrogatorio durato quattro ore, durante le quali non c’è stato spazio per il rimorso. La consapevolezza dell’orrore è emersa solo a tratti: «Ho fatto una c...ta», ha ripetuto più volte l’adolescente, originario dello Sri Lanka, ma nato a Roma, dove aveva abbandonato la scuola per il sogno di costruire una carriera nella musica trap. Assistito dall’avvocato Daniele Meles, continua a ripetere di avere ucciso Michelle nella casa di via Dusmet, a Primavalle, per un motivo che agli inquirenti sembra troppo banale: «Le dovevo pagare qualche canna, non avevo i soldi e lei si è infuriata. Ho visto il coltello e l’ho usato», la sua versione.
Ha negato relazioni sentimentali, ha spiegato di essersi sentito minacciato. In qualche passaggio, ha cercato di giustificarsi: «Lo so che voi non mi credete, ma io non volevo ucciderla». Eppure, non solo l’ha accoltellata a morte, ma ha anche infilato il corpo in un sacco della spazzatura, l’ha trascinato giù per le scale del suo palazzo, l’ha messo in un carrello della spesa e l’ha abbandonato accanto a una fila di cassonetti. Per questo, oltre all’accusa di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dal fatto di avere agito in danno di una persona minore degli anni 18, e a quella di occultamento di cadavere, la pm Anna Di Stasio ha deciso di contestare all’indagato anche quella di vilipendio di cadavere, che punisce chi oltraggia un cadavere o le sue ceneri, o commette su di essi atti osceni. In questo caso, anche se il corpo non è stato manomesso, è stato trattato come un rifiuto da smaltire.
IL MOVENTE
Per il momento, il movente - questione del debito a parte - resta un mistero. Gli inquirenti in questi giorni inizieranno ad analizzare i cellulari di indagato e vittima. Il giovane si è mostrato collaborativo: ha fornito subito agli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Primavalle il codice Pin del suo telefono e ha accettato di sottoporsi al prelievo delle urine. I risultati degli esami tossicologici arriveranno a breve e non è escluso che il diciassettenne abbia agito sotto l’effetto di droghe pesanti. Una circostanza che lui ha negato: durante l’interrogatorio ha detto di avere fumato «solo una canna». Nell’appartamento, in effetti, è stato trovato solamente un piccolo quantitativo di hashish, oltre all’arma del delitto: un coltello da cucina.
Mercoledì, alle 11, nella chiesa della Presentazione a Primavalle, ci saranno i funerali di Michelle. Il padre della diciassettenne ha annunciato che il fidanzatino di lei ha pensato di omaggiarla con le promesse di matrimonio: avrebbe voluto sposarla tra un anno.