Morto Giovanni Gatti, il professore di filosofia che amava la montagna

Venerdì 14 Febbraio 2020 di Raffaella Vittadello
Morto Giovanni Gatti, il professore di filosofia che amava la montagna
VENEZIA - Ha lasciato un segno profondo, la notizia della tragica scomparsa del professor Giovanni Gatti, Nanni come lo chiamavano gli amici, precipitato mercoledì pomeriggio per decine di metri sulla parte finale della salita che porta al rifugio Nuvolau, vicino a Cortina
 

Scialpinista precipita sul Nuvolau: cade per oltre 100 metri, muore sul colpo

CORTINA - Un esperto scialpinista veneziano precipita per quasi 100 metri e muore.

E' accaduto oggi, 12 febbraio, prima delle 14 sul monte Nuvolau in territorio di Cortina d'Ampezzo. Sul posto il soccorso alpino di Cortina, l'elicottero di Pieve di Cadore e i finanziari del Sagf, che stanno ricostruendo l'accaduto.


«Quest'anno la neve è particolarmente ghiacciata - spiega Stefano Marchiori, presidente del Cai Mirano, a cui Gatti era iscritto nel gruppo Le tartarughe - e non ci spieghiamo ancora bene cosa possa essere successo: non era un percorso particolarmente impegnativo dal punto di vista tecnico, e lui era un esperto. Nanni era un uomo di altri tempi, corretto, puntuale, allergico ai social, ma sapeva muoversi bene e si organizzava spontaneamente con altri colleghi pensionati per fare spesso escursioni infrasettimanali. Il fisico snello lo aiutava in questa disciplina, ma a volte facevamo fatica a convincerlo, perchè pur essendo un istruttore da molti anni, i riflessi non erano più quelli di un tempo». 

Gatti era partito dal Cai di Venezia, i Cocai, per approdare a quello di Mestre, dove per molti anni era stato istruttore, come lo ricorda il presidente il presidente Francesco Abbruscato. «Un esperto, riservato sulla vita privata, ma coinvolgente ed estremamente corretto». Infine il suo approdo al gruppo di Mirano, con cui era partito, in modo autonomo, proprio mercoledì.

Gatti, 75 anni, aveva dedicato la vita all'insegnamento. Docente fin da giovanissimo di storia e filosofia al liceo Scientifico Giordano Bruno di Mestre, era poi approdato al liceo Classico Marco Polo di Venezia ed era stato poi trasferito a seguito di un'indagine interna.



GLI STUDENTI
Ieri un gruppo di ex studenti del Marco Polo lo ha ricordato sottolineando che «se n'è andato facendo quello che amava» e che «ogni lunedì mattina prima delle due ore di storia, descriveva le sue escursioni domenicali con le pelli o le arrampicate, a seconda della stagione, dicendoci con orgoglio: anche ieri ho fatto una cima. Solamente dopo la lezione poteva cominciare». «Il suo metodo di insegnamento non è mai passato inosservato - aggiungono - a lui piaceva la sfida e la provocazione ma ha saputo stimolare il senso critico di molti studenti, insegnandoci a capire i fatti storici e le teorie filosofiche da punti di vista meno ortodossi. Voleva stimolare la crescita personale, per qualcuno con metodi discutibili, per altri memorabili. Proprio per questo suo uscire dal tracciato è stato anche punito con severità nel suo lavoro, ma a differenza di tanti altri insegnanti bravi - e lo lui lo era - e anonimi, il professor Gatti ha lasciato una traccia ben riconoscibile anche a distanza di oltre vent'anni. Non a caso, per alcuni di noi ex studenti, Nanni è poi diventato un amico, un compagno di sciate o un maestro di cordata». 

Gli studenti hanno espresso anche la loro vicinanza alle figlie Anna e Angela. Non è ancora stata resa nota la data del commiato, che si svolgerà con ogni probabilità la prossima settimana in forma civile al cimitero di San Michele.

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