«Fuori casa dalla tempesta d'ottobre: soldi e aiuti ancora non arrivano»

Mercoledì 3 Aprile 2019 di Lauredana Marsiglia
«Fuori casa dalla tempesta d'ottobre: soldi e aiuti ancora non arrivano»
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LONGARONE  - «Mi hanno dato la parola che i soldi arriveranno, e se lo hanno fatto voglio crederci. Ma ora è tempo che arrivino perché vorrei poter tornare nella mia casa prima dell’inverno».  Maria Rosa Teza, con i suoi due figli e la nipotina, nata proprio dieci giorni prima della tempesta Vaia di fine ottobre, è costretta a vivere fuori casa, in prestito da una conoscente. La sua villetta di La Muda è stata danneggiata dall’uragano che prima ha scoperchiato e il tetto e poi ha scaricato litri e litri di acqua all’interno, facendo marcire i mobili, ammuffendo i muri e rendendo inservibili gli infissi bombati dall’umidità. Totale: 70mila euro di danni.
TUTTO AMMUFFITO
«Il tetto l’ho messo ha posto con i soldi che mi hanno prestato mio padre e mio fratello - racconta -, ma ora ho bisogno di bonificare gli interni e di cambiare tutti serramenti oltre a ricomprare l’intera cucina che si è letteralmente sgretolata. Ma non abbiamo più soldi».
La storia di Maria Rosa e della sua famiglia fa toccare con mano i danni provocati da Vaia e come i tempi delle decisioni politiche, seppur rapide, non riescano a combaciare con le esigenze di chi è sfollato.
«Abbiamo presentato la stima dei danni asseverata da un geometra entro il 13 dicembre, termine che ci era stato dato come ultimo - spiega la donna -, ma finora abbiamo ricevuto solo 2mila euro del Fondo Welfare. Poi più nulla. Siamo ad aprile e sarebbe necessario partire ora con i lavori interni, in modo da poter essere pronti per l’inverno. Attualmente abitiamo in una casa che ci è stata prestata solo provvisoriamente».
LA FIDUCIA
Maria Rosa non se la prende con i politici, usa toni sempre moderati e comunque fiduciosi nel fatto che i soldi promessi arriveranno. Ne fa una questione di tempo, perché per lei e la sua famiglia, composta anche da una bimba di pochi mesi, è vitale poter tornare nella propria casa. Vivere provvisoriamente è una quotidianità difficile.
«Vorrei poter mettere a posto almeno le stanze essenziali - afferma -, ovvero la cucina e il bagno, per il resto ci arrangeremo, con il tempo».
I muri interni della casa sono costellati di muffa, arrivata persino a divorare i mobili. Porte e finestre non si chiudono più.
«Leggiamo spesso che i fondi ci sono - prosegue - e che vengono distribuiti per sistemare i boschi, ma per noi ancora nulla. Ho parlato anche con il sindaco Roberto Padrin e mi ha detto che a giorni faranno una riunione sul tema. So che è una brava persona e sicuramente rispetterà la parola data, ma speriamo facciano in fretta».
Vaia non ha devastato solo le case, ma anche l’intimità e le piccole certezze di tante famiglie. Si fa fatica a trovare il bandolo della matassa per ottenere un aiuto immediato, specie se si è dato fondo alla cassa per riparare almeno i danni più grossi e salvare il salvabile.
Ultimo aggiornamento: 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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