L'eroe per caso si racconta: «Ecco
come ho salvato la vita di quella donna»

Lunedì 21 Maggio 2012 di Daniela De Donà
Massaggio cardiaco (archivio)
BELLUNO - L'"eroe per caso", l'uomo che con un provvidenziale massaggio cardiaco ha salvato la vita di una signora di 46 anni, si fatto vivo.



Sia con il Gazzettino che con il primario del Pronto Soccorso. Restio al clamore, F.P. - cinquantenne di origine meridionale e bellunese di adozione - ha raccontato i risvolti non ancora conosciuti della vicenda. Erano da poco trascorse le undici di lunedì scorso quando, a bordo della sua auto, è passato per via Gabelli.



«Mi sono fermato per senso civico - dice con semplicità - Ora ho saputo che la signora sta meglio, sono contento e le auguro buona guarigione». Certo non è da tutti tirare fuori freddezza e competenza in un momento così delicato. Eppure F.P. ci prova a rianimare la donna che aveva visto accasciarsi a terra.



«Sapevo come si pratica un massaggio cardiaco - sono le sue parole - avevo imparato le manovre ad un corso che mi avevano fatto seguire sul posto di lavoro». Il corso a cui l'uomo aveva partecipato, in realtà, risale a molti anni fa. «Ma mi sono sempre tenuto aggiornato sulle tecniche».



F. P. non aveva mai avuto occasione di mettere in pratica le conoscenza acquisite a proposito di alterazioni del ritmo cardiaco e conseguente massaggio. Una prima volta questa che si è rivelata fondamentale, con il coraggio di provarci che ha trovato alimento anche nella sua storia personale.



«Mio padre era cardiopatico ed è morto cinque mesi fa - è il racconto commosso dell'"eroe per caso" - è morto da solo, senza nessuno vicino, nel suo garage». F.P., ieri, dopo aver letto sul Gazzettino la vicenda che lo vedeva co-protagonista con l'appello lanciato da Giovanni Gouigoux, il primario del Pronto Soccorso, affinché il "salvatore" anonimo si facesse vivo per ricevere i dovuti complimenti, ha chiamato in ospedale. Voleva parlare con il primario.



Il dottor Gouigoux era proprio di turno ed è andato al telefono. «Si è presentato dicendo il suo nome e cognome - spiega il primario - ma, con lo stile di chi vuole restare dietro le quinte, mi ha chiesto di tacerlo. Ha raccontato che era stato lui a portare il primo soccorso e che quando ha visto la donna caricata sull'ambulanza, arrivata solo quattro minuti dopo la chiamata, aveva francamente pensato che non ce l'avrebbe fatta».



Al primario - che ha ricordato che alla paziente 46enne sarebbero poi state praticate ben sette defibrillazioni dalla squadra del Pronto soccorso - non è restato che ringraziarlo «per questo atto di solidarietà» che ha salvato una vita umana.

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA