Tunisia, terzo attentatore ancora in fuga. I terroristi: sgozzate i turisti sulle spiagge

Domenica 22 Marzo 2015
Tunisia, terzo attentatore ancora in fuga. I terroristi: sgozzate i turisti sulle spiagge
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Il presidente della Repubblica tunisina Beji Caid Essebsi, in un'intervista in tv dal Bardo, ha detto oggi che gli inquirenti «stanno dando la caccia» al terzo attentatore, che è in fuga ma - assicura - «non andrà lontano». Il presidente ha inoltre ammesso qualche responsabilità dal punto di vista della mancata sicurezza al Museo.



Il commando dell'attacco di Tunisi nel frattempo invita a colpire ancora i turisti, citando quelli «americani, britannici, francesi e israeliani». «Investiteli con le auto, sgozzateli sulle spiagge e affogateli nel mare» è l'appello che un complice del commando fa in un documento ottenuto da Terra, il settimanale di Toni Capuozzo in onda domani su Retequattro.



Media tunisini poi riportano la notizia dell'arresto nella notte di due terroristi da parte delle forze dell'ordine a Ras al Jebel, vicino a Bizerta. Sono sospettati di far parte di un gruppo estremista islamico collegato in qualche modo all'attentato del museo del Bardo. Tra il materiale compromettente trovato in loro possesso anche diverse mappe tra cui quelle della zona di confine tra Tunisia e Algeria e alcune del museo del Bardo, considerate riconducibili all'attentato di mercoledì scorso. È stata rinvenuta in possesso dei due arrestati anche una rubrica telefonica con nomi e numeri riconducibili a terroristi di gruppi tra Tunisia ed Algeria.



I due terroristi uccisi dalle forze speciali tunisine durante il blitz al museo del Bardo farebbero parte del gruppo tunisino Katibat Okba Ibn Nafaa, diretto dall'algerino Lokman Abou Sakher, che - a quanto sembra - avrebbe dichiarato da pochi mesi, fedeltà allo Stato Islamico (Isis), dopo essere stato legato ad l Qaida Maghreb. È quanto emerge dalle prime indagini delle autorità tunisine secondo quanto

trapela sui media locali.



Il grupo Katibat Okba Ibn Nafaa, distintosi in passato per azioni particolarmente violente contro le forze armate come quella del luglio 2013, che costò la vita a nove soldati, e quella del luglio 2014 dal bilancio tragico di 14 soldati morti e 23 feriti, fa capo a Lokman Abou Sakher con cui i due avrebbero avuto contatti prima dell'attentato e da cui avrebbero avuto le armi pesanti per l'attacco. Il gruppo tunisino che si avvale anche di elementi algerini, opera principalmente nei pressi del monte Chaambi, nel governatorato di Kassserine.



«Ero appena sceso dal pullman 27 quando ho sentito i primi colpi di mitra. La signora dietro di me è morta con un colpo nel collo e io, con la mia guida, sono scappato dentro il museo inseguito dai terroristi sparavano in continuazione». Lo ha detto Massimo Zanarini, uno dei passeggeri di Costa Fascinosa rimasto coinvolto nell'attentato al museo. «Siamo scappati mentre ci inseguivano sparando, ho sentito l'esplosione di una granata e ci siamo salvati sfondando una porta e trovandoci di fronte all'ingresso della Camera dei deputati tunisina e di un posto di polizia».



La reazione dei servizi di sicurezza tunisini per fermare rapidamente l'attacco al museo del Bardo è stata «molto efficace evitando certamente decine di morti ulteriori se i terroristi avessero potuto far scattare le cinture esplosive», ma «a monte polizia e intelligence non sono stati abbastanza sistematici per garantire la sicurezza del museo», ammette poi il presidente tunisino in un'intervista a Paris-Match.



Il presidente tunisino ha intanto annunciato che il 29 marzo si terrà una marcia di solidarietà per le vittime dell'attentato e contro il terrorismo. Verrà anche inaugurata una stele in onore delle vittime. Il corteo partirà da Bab Saadoun con destinazione il Bardo e la sede del Parlamento. La stele che verrà inaugurata domenica 29 marzo al Bardo porterà i nomi di tutte le vittime dell'attentato e sarà posta all'ingresso del museo.
Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 12:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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