Il tema della sostenibilità è ormai una questione imprescindibile in politica e economia. Anche nella nostra vita quotidiana si fanno sempre più spazio le abitudini sostenibili e il 74% dei consumatori afferma di prestare sempre più attenzione all'impatto ambientale di ciò che acquista, il 66% a quello sociale, con un occhio di riguardo al cambiamento climatico (65%).
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Ma a preoccupare maggiormente sono soprattutto le condizioni economiche dell'Italia (69%), seguite dal rischio di vedersi privati della libertà di godersi la vita (49%), e la salute della famiglia (47%). Tuttavia, sottolinea lo studio, il prezzo resta ancora il principale driver che guida le scelte di consumo per la maggior parte dei settori merceologici, con la sola eccezione del cibo fresco, per il quale si cerca invece di privilegiare le caratteristiche salutistiche e l'origine locale.
Più nello specifico, lo studio segnala come il 72% dei consumatori conduca una vita più casalinga rispetto al pre-pandemia, mentre il 53% afferma di recarsi sempre meno frequentemente nei negozi fisici. Al contempo il 57% dice di spendere sempre meno in beni non essenziali, e il 21% si dice disposto a cambiare brand pur di supportare il business locale. Sebbene gli italiani siano sempre più attenti alla sostenibilità, ci sono degli elementi che scoraggiano l'acquisto di beni e servizi sostenibili: la bassa qualità (63%), il marketing ingannevole (63%), le informazioni fuorvianti sul prodotto (58%) e l'alto prezzo (57%).
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Fondamentale quindi per le imprese puntare sulla trasparenza. Da loro inoltre gli italiani si aspettano gli sforzi maggiori per favorire un consumo più etico. In particolare, il 72% degli intervistati sostiene che le aziende devono proporsi come leader nel guidare le azioni positive verso l'ambiente e la società. Più in dettaglio, dalle aziende ci si aspetta maggior trasparenza (85%), un comportamento etico verso i lavoratori e la comunità (84%), una produzione sostenibile (82%), la scelta di fornitori con alti standard di sostenibilità (85%).