Superbonus, solo il 15% delle risorse speso per la sicurezza sismica

La ricostruzione da terremoto cosa circa 10-100 volte di più che realizzare un miglioramento antisismico

Mercoledì 4 Ottobre 2023 di Mario Baroni
Superbonus, solo il 15% delle risorse speso per la sicurezza sismica

In un Paese dove il 40% dei Comuni insiste su aree ad alto o medio rischio terremoto, sembra curioso che solo il 15% delle risorse destinate al superbonus 110% sia stato speso per la sicurezza sismica.

Il conto per approssimazione è stato fatto da uno studio del Consiglio nazionale degli Ingegneri. Nell’unica voce “superbonus” 110% si comprendevano sia gli interventi finalizzati all’efficienza energetica (compresi impianti fotovoltaici e infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici) sia quelli rivolti al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. C’è forse una sproporzione tra la sensibilità ambientale maturata e la consapevolezza del rischio sismico. Il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, ricorda che «la ricostruzione da un terremoto costa in genere circa 10-100 volte di più che realizzare un adeguamento o un miglioramento antisismico».

CAPPOTTI A RISCHIO

«Molti progettisti e molte imprese hanno scelto di abbandonare i complessi calcoli strutturali di verifica della sicurezza antisismica dell’intero fabbricato, ma si sono dedicati solo all’efficientamento energetico, con tempi di progettazione e di esecuzioni certamente più rapidi. Con l’effetto che, alla prossima scossa di terremoto le migliaia di cappotti termici disposti sui fabbricati per ridurre lodevolmente lo spreco energetico, dovranno essere distrutti per verificare le lesioni (e quindi lo stato di sicurezza) degli edifici»: il commento di Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016, tocca il vivo della questione, vigilando l’area dove è attualmente aperto il più grande cantiere d’Europa: circa 30 miliardi di euro di danni da risanare. E dove il superbonus 110% è stato opportunamente prorogato fino al 2025. L’efficientamento energetico si deve proporre su edifici che abbiano già ricevuto tutte le cure antisismiche possibili. «Nell’area del cratere del sisma 2016 stiamo operando in questa direzione – aggiunge Castelli – La ricostruzione è preventivamente guidata da analisi e da supporti scientifici: lo studio sulle faglie attive e capaci sta orientando tecniche e modalità di ricostruzione. I progetti di Arquata del Tronto o Castelluccio sono un esempio di questo innovativo e doveroso percorso di messa in sicurezza prima di ricostruire».

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Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 06:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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