Più sconti per far pace con il fisco, ma il decreto perde ancora pezzi

Martedì 20 Novembre 2018 di Michele di Branco
Più sconti per far pace con il fisco, ma il decreto perde ancora pezzi
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Sconti più generosi per chi chiude le liti tributarie con il fisco prima di arrivare alla sentenza definitiva. È questa l'ultima novità introdotta dal governo, attraverso un emendamento, all'interno del pacchetto di misure sulla Pace fiscale contenute nel decreto legge all'esame della commissione Finanze del Senato. La maggioranza, riformulando l'articolo 6 del provvedimento, ha modificato tutte le aliquote in senso migliorativo per i contribuenti con il chiaro obiettivo di spingerli a definire in via extragiudiziale le cause pendenti con l'Agenzia delle Entrate. Nel dettaglio, in caso di presentazione del solo ricorso, si potrà versare il 90% della controversia (con uno sconto pari al 10%) senza sanzioni e interessi e con la possibilità di un versamento rateizzato in cinque anni. In caso di vittoria per il contribuente in primo grado, la lite potrà essere cancellata versando il 40% (lo sconto quindi sale dal 50 al 60%), mentre in caso di vittoria in secondo grado si prevede un pagamento del 15%, contro il 20% stabilito finora.

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IL MECCANISMO
In caso di doppia conforme (vittoria del contribuente nei primi due gradi di giudizio), il contribuente beneficerà del maxi-sconto del 95%, versando solo il 5% di quanto richiesto. Nel corso di una riunione tecnica al Senato, i tecnici della maggioranza hanno anche deciso che l'obbligo di fatturazione elettronica, nelle transazioni tra privati, partirà regolarmente il primo gennaio 2019. I rilievi avanzati sul punto dal Garante della Privacy sono stati superati per una ragione molto concreta: eliminare o rinviare la misura sarebbe costato troppo in quanto il recupero di evasione connesso a questo meccanismo di controllo è di circa 1,9 miliardi di euro in un anno. Si starebbero tuttavia studiando alcuni ritocchi alla misura. La commissione Finanze del Senato starebbe infatti valutando alcune correzioni, a partire dall'esclusione dall'obbligo di fatturazione elettronica per medici e farmacisti. Per questi ultimi, infatti, è già attivo lo scontrino elettronico. Intanto i tecnici del Tesoro sono ancora al lavoro sui pareri sugli emendamenti presentati in Parlamento. Governo e maggioranza lavorano alla stesura della proposta di modifica, frutto dell'intesa raggiunta nel vertice politico che si è svolto la scorsa settimana, che eliminerà il condono (causando un mancato gettito di 400 milioni) che era stato messo a punto per consentire a chi non aveva messo in dichiarazione alcuni guadagni, negli ultimi 5 anni, di sanare la propria posizione pagando il 20%. Quanto alla proposta che dovrebbe estendere la sanatoria alle irregolarità formali (200 euro di versamento per ogni anno viziato, anche se si starebbe ancora valutando l'ipotesi di far scendere a 150 euro la cifra), sarebbe stata messa a punto ma dovrà essere riformulata. Salta, invece, l'allargamento del perimetro della pace fiscale agli avvisi bonari, una misura che avrebbe un impatto di 3 miliardi nel triennio 2015-2017 in termini di mancato gettito.

I PASSAGGI
«La norma costa troppo» ha tagliato corto il sottosegretario all'Economia, Massimo Bitonci. Tra i nodi da sciogliere, resta quello dell'opportunità di dare via libera al «Saldo e stralcio»: un meccanismo messo a punto dal sottosegretario alle Infrastrutture della Lega, Armando Siri, che modifica l'impianto delle Rottamazioni e che prevede una sanatoria delle cartelle Equitalia per i contribuenti in difficoltà, con tre aliquote (6, 10 e 25%), ma solo con un Isee fino a 30 mila euro. L'obiettivo del governo è chiudere l'esame del decreto in commissione entro giovedì per inviare il testo in Senato nella stessa giornata, ma il ritardo nell'avvio delle votazioni potrebbe far slittare ulteriormente i tempi.
 

Ultimo aggiornamento: 11:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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