Contrabbando e autoriciclaggio, l'architetto di Putin a processo: «Mai avuto clienti italiani»

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Elena Filini
Lanfranco Ivanovich Cirillo

VITTORIO VENETO - Si prepara alla difesa Lanfranco Ivanovich Cirillo, l'uomo d'affari noto come l'architetto di Putin. Cinque giorni fa la Cassazione ha annullato il maxi sequestro da 141 milioni di euro tra beni mobili e immobili. Decisione arrivata a pochi giorni dal via, previsto per oggi, 23 febbraio, a Brescia, del processo nei confronti di Cirillo, su cui pendono le accuse di esterovestizione, autoriciclaggio e contrabbando.

Per la prima volta Cirillo racconta la sua giovinezza nella Marca e l'arrivo in Russia.

Come affronterà l'udienza alla luce dell'annullamento da parte della Cassazione del sequestro da 141 milioni?
«L'annullamento è un passo fondamentale e sono certo che, specialmente dopo questa decisione, il Tribunale di Brescia mi darà la possibilità di dimostrare le mie ragioni. Non potrò essere fisicamente a Brescia, ma ho piena fiducia nella magistratura italiana. Sono pronto a difendermi e a ribadire quanto ho sempre sostenuto: non ho mai avuto un cliente italiano, vivo e lavoro in Russia da vent'anni e il mio centro di interessi è qui, a Mosca». 

Come è stata la sua giovinezza a Vittorio Veneto?
«Ho passato la mia giovinezza tra Treviso, dove sono nato, Vittorio Veneto, Mestre e Pordenone. Mia madre era veneziana, mio padre un ufficiale di Conegliano, per cui abbiamo cambiato spesso città di residenza per seguire il suo lavoro. Ho frequentato il liceo a Vittorio Veneto e a Mestre e poi proseguito gli studi a Venezia. Ricordo con affetto le tante estati passate tra Cortina e l'Alto Adige: amavo tantissimo, e amo ancora, le nostre Dolomiti».

Ha ancora rapporti con la città? Torna qualche volta, magari a visitare i suoi fratelli?
«Penso di avere un rapporto con le città della mia giovinezza e con il Veneto simile a quello che hanno tutti gli emigranti con la propria terra d'origine. Certo è che nel mio lavoro ho sempre cercato di valorizzare le maestranze, i materiali e lo stile italiano e veneto. Tantissimi dei miei fornitori erano, e sono stati per lungo tempo, aziende di origine veneta. Ho lavorato per 44 oligarchi russi e ho portato nelle case di questa élite gli arredi, i marmi pregiati e i vetri di altissima qualità che provengono da Venezia, Mestre e Vittorio Veneto. Quando negli anni 90 viaggiavo nell'Asia Centrale e lavoravo in Uzbekistan mi chiamavano il "nipote di Marco Polo", perché ero veneto e perché avevo riportato l'Italia in Asia attraverso la moderna via della seta».

Nel 1991 arriva a Mosca. Da chi viene chiamato e cosa avviene?
«Nel 1991 un mio amico mi mise in contatto con un cliente in Russia: voleva che gli costruissi una dacia. A Mosca sono arrivato nel 1993, dopo aver realizzato alcuni lavori sono entrato in contatto quasi per caso con il presidente di Lukoil, Vagit Alekperov. Gli piacquero alcuni dei progetti che avevo realizzato. Mi propose di riprogettare la sede centrale dell'azienda, a Mosca. Quello fu il mio vero inizio».

Parliamo del documentario di Navalny sulla cosiddetta Dacia di Putin di cui lei risulta costruttore.
«Su quel "palazzo" che palazzo non è - sono state dette veramente tante cose. Innanzitutto tengo a confermare che l'ho progettato io e che ne sono anche molto orgoglioso. Quel palazzo però non è mai stato pensato per essere una residenza di lusso: è nato come centro congressi, una specie di foresteria, commissionato da uno dei più importanti imprenditori russi operanti nel settore dell'oil&gas, e certo non dal presidente della Federazione».

In che rapporti è con Putin?
«Vivo in Russia da oltre trent'anni e ho lavorato per alcune delle più influenti personalità russe. Incontrarlo in più occasioni è stato quindi non solo inevitabile, ma anche, vorrei dire, motivo di orgoglio quando è avvenuto, per me come per tutte le persone che hanno vissuto la Russia in quegli anni. Al contrario però di chi è solo "passato" per la Russia, io ho scelto di rendere questo Paese la mia casa, e nel 2014 ho ricevuto la cittadinanza russa».

    

Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 13:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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