Espulso e rimpatriato in Tunisia
il "Gabibbo", boss dello spaccio

Mercoledì 16 Dicembre 2015 di Vittorino Bernardi
Espulso e rimpatriato in Tunisia il "Gabibbo", boss dello spaccio
VICENZA – Via Firenze dovrebbe fare da ieri meno paura, come zona selvaggia di spaccio. Una totale sinergia tra polizia, questura, prefettura e tribunale ha portato ieri 15 dicembre all’espulsione, con rimpatrio in Tunisia, di Mohmed Harzalli, 34 anni, che comandava una banda di pusher nordafricani operativa tra piazzale Bologna e via Firenze.

L’uomo è stato accompagnato alla Malpensa, caricato su un aereo e poi consegnato alla polizia tunisina. Conosciuto come il “Gabibbo” per la mole corpulenta Mohmed Harzalli era arrivato in città la prima volta nel 2006 per essere presto arrestato per spaccio con condanna a 1 anno e 3 mesi, per sparire dalla circolazione, rientrare forse in Tunisia, e tornare in Italia 2012 sbarcando a Lampedusa con la Primavera araba e rendersi irreperibile come clandestino.

È ricomparso a Vicenza nel 2014, raggiunto dal fratello Oussama pure conosciuto alle forze dell’ordine. Considerato dalla polizia un violento, Mohmed Harzalli è diventato subito un boss della malavita in città, anche nella lotta tra magrebini e nigeriani per la spartizione della piazza vicentina sul mercato degli stupefacenti. Con l’estromissione dei tunisini dallo spaccio di Campo Marzo Mohmed Harzalli è diventato il leder dei pusher tra le vie Milano e Firenze e piazzale Bologna, con show personali. L’ultimo ai primi di dicembre quando in strada ha inneggiato all’Isis per abbassarsi i pantaloni davanti a più passanti.

Problematica per vari procedimenti penali a suo carico l’espulsione si è fatta attuabile negli ultimi giorni, con la conferma da parte della Corte d’Appello di Venezia di una condanna in primo grado per spaccio. Mohmed Harzalli è stato fermato lunedì dalla polizia mentre si stava recando dai carabinieri per rispettare l’obbligo di firma. Ieri mattina il giudice di pace Parpaiola ha firmato il decreto di espulsione e così è stato accompagnato fino a Tunisi da due agenti.
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