«Macchè lupi al Tretto», l'esperto
cacciatore Angelo stronca le voci

Mercoledì 20 Gennaio 2016 di Vittorino Bernardi
«Macchè lupi al Tretto», l'esperto cacciatore Angelo stronca le voci
SCHIO – L'arrivo, presunto o reale, dei lupi appassiona. In città si accenna spesso al Tretto. Ma al di là dei "si dice", ecco la testimonianza di uno scledense che in materia ha una certa esperienza. «I lupi al Tretto non ci sono, anche perché non è il loro habitat, a differenza della Lessinia e diciamo pure anche della zona di Recoaro. Da noi sull’altopiano del Tretto i lupi non ci sono mai stati, ed è pure difficile che transitino temporaneamente. Si fanno solo chiacchiere».

A parlare così è Angelo Dalla Costa, classe ’46, personaggio pubblico, esperto cacciatore con annuali trasferte all’estero (Lapponia in particolare) e da 45 anni gestore dell’omonimo ristorante di località Bosco, che demolisce le voci che da giorni tengono banco in città. Nei giorni scorsi è stato visto un grosso cane trascinare sulla neve nella zona del monte Novegno una carcassa di capriolo facendo scattare un allarme lupo. Che fa sorridere Angelo Dalla Costa: «Sciocchezze, ad addentare il capriolo è stato un cane lupo arrivato sul Novegno con il padrone, che l’ha lasciato libero di vagare. L'animale, trovato un capriolo morto, per malattia o per ferite da fucile di un cacciatore, l’ha addentato per il suo naturale istinto di predatore».

Non potrebbe essere stato un grosso cane randagio ad avere addentato il capriolo?

«Lo escludo, al Tretto non ci sono lupi e neppure cani randagi. Questi ultimi morirebbero di fame, perché nessun cane è in grado di uccidere un capriolo sano, salvo sia un cucciolo oppure un esemplare morente per malattia o ferite da arma da fuoco».

A Schio sembra esserci una psicosi di pericolo lupo al Tretto: «Ripeto, sono sciocchezze, pure datate. Altre volte in passato cani portarti a passeggio con i padroni hanno trovato e addentato caprioli, ma erano morti».

 
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