Il delitto di Marano. «L'ho uccisa e ho nascosto il cadavere sotto il letto per un giorno»: la confessione del metronotte

Sabato 27 Luglio 2019
Anna Filomena Barretta
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VICENZA - Svolta probabilmente decisiva sul caso di Anna Filomena Barretta, la 42enne trovata morta all'interno della sua abitazione di Marano Vicentino, in via Aldo Moro, nello scorso mese di novembre. Secondo quanto riporta oggi Il Giornale di Vicenza il marito della donna, Angelo Lavarra, 43 anni, professione guardia giurata, ha confessato il delitto, ricostruendo nei dettagli quando avvenuto e spiegando il femminicidio con il fatto che l'ex compagna, con la quale si era già separato consensualmente un mese prima, «non voleva saperne di riallacciare il rapporto: ero esasperato e ho perso la testa per questo motivo».

«Ho ucciso Anna - le parole dell'uomo, rinchiuso dallo scorso autunno nella casa circondariale di Vicenza con l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante del rapporto coniugale - tra le ore 11 e le 12 del 19 novembre. Poi l'ho nascosta sotto il letto della nostra camera fino al mattino dopo, quando ho dato l'allarme raccontando del finto suicidio.  Dopo averla uccisa con la mia pistola, ho lavato la stanza e nascosto il corpo. Ho fatto come se niente fosse. Quando le nostre figlie sono rientrate da scuola ho detto loro che la mamma non c'era e alle 21.30, dopo avere preparato loro la cena, sono andato al lavoro per il turno notturno». «Pur essendo separati - ha poi precisato Lavarra - abbiamo continuato a dormire nello stesso letto ed avevamo anche rapporti sessuali, ma lei desiderava la sua libertà. Io invece volevo riallacciare il rapporto, anche per l'amore delle nostre due figlie».

Con il corpo della moglie nella loro stanza da letto, Lavarra, come se nulla fosse, dopo avere cenato con le figlie, andò al lavoro ma all'alba del 20 novembre chiama la centrale della Civis, dicendo di avere mal di testa e chiedendo di anticipare la fine del turno di un'ora. Quando arriva a casa prepara la colazione per le figlie, le quali inconsapevoli hanno dormito nell'altra camera a pochi metri dalla madre già morta. Poi quando le ragazze vanno a scuola l'uomo prepara la messinscena, chiamando a metà mattinata il 112, dicendo «mia moglie si è suicidata con la mia pistola». Ma dopo poche ore i carabinieri di Thiene si rendono subito conto che non era un suicidio.
Ultimo aggiornamento: 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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