VICENZA - Le aritmie? Si monitorano con un'app.
Rivoluzione al San Bortolo di Vicenza. Sotto la cute di un paziente è stata inserita una mini scatoletta - è lunga pochi millimetri - in grado di misurare i battiti cardiaci e di trasmettere le informazioni al cardiologo attraverso un'applicazione installata nel cellulare.
Il dispositivo, collegato alla centrale di controllo del reparto di cardiologia, registra le informazioni e le cataloga. Lo specialista può così consultarle e, in caso di rischio, invitare il paziente a chiedere immediatamente soccorso. «I sistemi di monitoraggio impiantabili non sono una novità assoluta - spiega Angelo Ramondo, direttore della cardiologia del San Bortolo - Vengono utilizzati da tempo per studiare nel lungo periodo le aritmie irregolari, che possono sfuggire anche all'holter sulle 24 ore».
Di solito infatti il monitoraggio avviene di notte con un trasmettitore tenuto sul comodino. Con la nuova tecnologia, questo apparecchio non è più necessario perché è sufficiente lo smartphone del paziente. Tutto questo per un massimo di 2 anni, in modo da identificare per esempio anche la fibrillazione atriale. «Per la prima volta - conferma Ramondo - in caso di necessità il paziente può inviare in tempo reale i dati rilevati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Rivoluzione al San Bortolo di Vicenza. Sotto la cute di un paziente è stata inserita una mini scatoletta - è lunga pochi millimetri - in grado di misurare i battiti cardiaci e di trasmettere le informazioni al cardiologo attraverso un'applicazione installata nel cellulare.
Il dispositivo, collegato alla centrale di controllo del reparto di cardiologia, registra le informazioni e le cataloga. Lo specialista può così consultarle e, in caso di rischio, invitare il paziente a chiedere immediatamente soccorso. «I sistemi di monitoraggio impiantabili non sono una novità assoluta - spiega Angelo Ramondo, direttore della cardiologia del San Bortolo - Vengono utilizzati da tempo per studiare nel lungo periodo le aritmie irregolari, che possono sfuggire anche all'holter sulle 24 ore».
Di solito infatti il monitoraggio avviene di notte con un trasmettitore tenuto sul comodino. Con la nuova tecnologia, questo apparecchio non è più necessario perché è sufficiente lo smartphone del paziente. Tutto questo per un massimo di 2 anni, in modo da identificare per esempio anche la fibrillazione atriale. «Per la prima volta - conferma Ramondo - in caso di necessità il paziente può inviare in tempo reale i dati rilevati».