Schwazer, 8 anni di squalifica per doping: «Sono un uomo distrutto»

Giovedì 11 Agosto 2016 di Carlo Santi
Schwazer
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dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Finisce in una serata piovosa di Rio la speranza di Alex Schwazer di essere ancora un atleta. «Sono un uomo distrutto», il commento del marciatore a una decisione lapidaria. Addio Olimpiade e addio gare, inutile il viaggio a Rio: dovrà tornare subito a casa. Otto anni di squalifica per lui, carriera finita se mai fosse stato possibile riaprirla. Il marciatore dovrà rimanere fuori dal mondo dello sport tanto a lungo: il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna ha accolto la raccomandazione della Federatletica mondiale (Iaaf) che aveva chiesto per il marciatore questo stop e, nonostante fosse recidivo, non a vita perché le leggi svizzere non la prevedono. Difatti, adesso la sentenza, della quale non si conoscono ancora le motivazioni, è appellabile soltanto presso la Corte Federale svizzera. Niente Olimpiadi, addio gare se nei prossimi mesi non ci saranno fatti nuovi per riaprire questo caso. Pechino è stata l'Olimpiade di Schwazer per il suo oro nella 50km; Londra lo è stata per il suo caso di doping e anche Rio lo è perché si parla ancora solo di lui. Schwazer ha da poco scontato una squalifica di tre anni e nove mesi dopo la positività alla vigilia dei Giochi di Londra. Tornando libero lo scorso 29 aprile ha potuto essere in gara alla Coppa del Mondo di marcia che Roma ha organizzato per lui. Alex lo scorso 8 maggio ha vinto la 50 chilometri in 3h39'00. Un mese dopo, però, la doccia fredda: il test a sorpresa effettuato il giorno di capodanno a Racines lo ha inchiodato. Sono serviti mesi per fare piena luce sui risultati di quel test analizzato a Colonia che a prima vista non era positivo. Alcuni dati, però, non hanno convinto la Iaaf che stava raccogliendo informazioni per il passaporto steroideo.

Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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