Paralimpiadi in Cina chiuse con il bronzo del cadorino Renè De Silvestro, che sarà portabandiera nella cerimonia di chiusura

Domenica 13 Marzo 2022 di Maurizio Ferin
Renè De Silvestro con la medaglia di bronzo vinta nello slalom speciale della categoria sitting

Ancora una volta un incrocio del destino. Non il primo nella vita di Renè De Silvestro. In questa domenica mattina di sole, sul campo di gara in Cina come sulle sue splendenti Dolomiti, il campione cadorino di sci paralimpico conquista la seconda medaglia. All’argento nel gigante si aggiunge il bronzo nello speciale. Sempre di slalom si tratta.

Stavolta i pali sono stretti. La neve scivolosissima, specie se affronti la pista su quel monosci che identifica la categoria sitting (l’atleta è alloggiato su uno speciale sedile, fissato con l’attacco a un unico sci). Alla fine della prima manche, conclusa quando in Italia erano le prime ore di domenica 13 marzo, è terzo il 25enne nato a San Candido ma bellunese del Cadore, di quello splendido paese che è San Vito, ai piedi di vette semplicemente meravigliose (non a caso è proprio da queste parti che hanno ambientato una delle fiction di maggiore successo di Rai1, “Un passo dal cielo-I guardiani”, girato in particolare attorno al lago di Mosigo). Così quando verso le 7 italiane De Silvestro si presenta al cancelletto di partenza, vuole solo attaccare. Forte di una medaglia comunque già vinta, Renè prova a scendere per risalire. Dal terzo al primo posto. Invece dopo poche porte, commette un errore. È praticamente fuori. Però si rimette in carreggiata, aggiusta il suo monosci, capisce che non tutto è finito. E anche in questo caso, non è la prima volta nella sua vita che un pensiero così deve essergli passato per la testa. Una vita che cambiò nel dicembre del 2013, nell’impatto contro un albero, un po’ prima di una gara ad Alleghe. Da allora è costretto su una carrozzina, paraplegico, ma lo sport non lo ha mai lasciato. Non solo lo sci. Pratica anche pesistisca, atletica, chissà in quale altra disciplina lo vedremo cimentarsi.

LA GARA
Ma torniamo alla nostra storia di oggi. Renè non è squalificato, affronta la porta quasi saltata, arriva in fondo. È secondo, ma devono scendere altri due concorrenti. Se arriveranno al traguardo, probabilmente sarà ancora medaglia di legno, come nella prima gara di questa sua seconda Paralimpiade, quel supergigante in cui si era classificato al quarto posto, lui che arrivava ai Giochi di Pechino forte del titolo mondiale in supercombinata conquistato a Lillehammer, in Norvegia, il 18 gennaio scorso. Entrerà in gioco il destino? Purtroppo per l’olandese Kampschreur, accade proprio un accidente della sorte, nella forma di un errore però, per quanto probabilmente attribuibile alle condizioni di una pista sulla quale già erano scesi moltissimi atleti (la categoria sitting è l’ultima ad affrontarla, Renè quindi era sceso dopo ben più di 100 concorrenti, quelli delle categorie Vision impaired - in cui gli azzurri Giacomo Bertagnolli e Andrea Ravelli avevano pochi minuti prima vinto una straordinaria medaglia d’oro - e Standing). Il norvegese Pedersen invece non sbaglia, arriva in fondo, stravince. Sul podio è suo il gradino più alto (simbolicamente), sul secondo l’olandese De Langen, il terzo è tutto di Renè. Alla seconda Paralimpiade, due medaglie. Manca l’oro? A 25 anni le sue prospettive gli consentono di non dolersene troppo. All’orizzonte c’è l’edizione 2026 in casa. Milano Cortina. Quella Cortina a un passo dalla sua San Vito, tanto che De Silvestro gareggia per i colori dello Sci club Drusciè, culla di grandi talenti nella conca ampezzana.
L’INTERVISTA
«Nella mia testa ho pensato: questa manche è difficilissima, qualcuno cadrà. Ho avuto fortuna - questa la serena ammissione di Renè nella prima intervista a caldo, ai microfoni della Rai -. Manche durissima, non mi è piaciuta per niente. Ero partito per andare giù a tutta e recuperare. Sono contento ma non come per l’argento. Ho sciato male, era difficile per tutti. L’ho portata a casa». Alle 13, la Paralimpiade si chiuderà con la classica cerimonia. E Renè De Silvestro sarà il portabandiera, in rappresentanza della nazionale azzurra che conclude la Paralimpiade di Cina 2022 con 7 medaglie (2 in più di Corea 2018), un bilancio considerato positivo dal presidente del Comitato Paralimpico, Luca Pancalli. «È un onore immenso per me essere il portabandiera, verso Milano Cortina poi... Sono molto felice» commenta il campione bellunese.

LA DEDICA

Gran finale con la dedica. L'argento lo aveva portato a fare molti nomi. Stavolta c'è spazio per uno solo, sopra ogni altro. "A mia moglie che mi supporta sempre". A San Vito, Lucrezia sarà stata orgogliosa. Lo siamo tutti.

ZAIA: "PRESTAZIONE ECCEZIONALE, ORA PENSIAMO A MILANO CORTINA 2026"

Puntuali sono arrivati anche i complimenti del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «Le Paralimpiadi di Pechino si chiudono con un’altra prestazione eccezionale del nostro Renè De Silvestro, che firma il suo secondo successo paralimpico in questi Giochi. Due medaglie di grande valore che potrà indossare e mettere in mostra oggi nella cerimonia di chiusura, dove sarà il portabandiera azzurro». Zaia esulta quindi per il secondo podio paralimpico veneto, un bronzo nello slalom categoria sitting, per l’atleta cadorino già argento nello slalom gigante nelle Paralimpiadi invernali in Cina. «Festeggia Renè, festeggiano anche tutti i veneti che hanno sempre creduto nella sua forza fisica e tenuta mentale, qualità che gli hanno permesso di distinguersi tra neve e ghiaccio delle montagne cinesi – prosegue il Governatore -. Oggi, oltre allo stupendo oro di Bertagnolli, il bronzo di De Silvestro segna un nuovo inizio in questo quadriennio olimpico in vista di Milano Cortina 2026. È tutto pronto, noi siamo pronti: dal Bird’s Nest di Pechino all’Arena di Verona, il conto alla rovescia verso Milano Cortina 2026 è realmente iniziato».

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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