«Restituite a Rebellin la medaglia olimpica». Il Cio gli tolse l'argento nel 2010 per doping ma il campione vicentino venne poi assolto

Sabato 6 Aprile 2024 di Alda Vanzan
«Restituite a Rebellin la medaglia olimpica». Il Cio gli tolse l'argento nel 2010 per doping ma il campione vicentino venne poi assolto

VICENZA - «La mia vittoria più bella». Così Davide Rebellin aveva commentato la sentenza del tribunale di Padova che lo assolveva dall'accusa di evasione fiscale, ma, soprattutto, di doping. Era il maggio del 2015, nove anni fa. Adesso, a un anno e mezzo alla morte del ciclista, la politica si attiva perché gli venga restituita la medaglia d'argento vinta alle Olimpiadi su strada a Pechino nel 2008.

Quella che gli era stata tolta per doping. «Dobbiamo riabilitare la sua memoria di uomo e di atleta», dice il consigliere regionale veneto Marco Zecchinato.

L'ATLETA

Rebellin, vicentino di Lonigo, professionista dal 1992, è stato uno specialista delle classiche: in carriera ha vinto un'edizione dell'Amstel Gold Race (nel 2004), tre della Freccia Vallone (2004, 2007 e 2009) e una della Liegi- Bastogne-Liegi (2004), oltre a una tappa al Giro d'Italia e alla Parigi-Nizza 2008. Il 9 agosto 2008 ai Giochi olimpici di Pechino, nel giorno del suo trentasettesimo compleanno, ha vinto la medaglia d'argento nella prova in linea, superato in volata a pochi metri dal traguardo dallo spagnolo Samuel Sánchez, al termine di una fuga durata una quindicina di chilometri che aveva coinvolto, insieme ai due, un ristretto numero di corridoi. Solo che quella medaglia gli è stata tolta perché, in seguito ad analisi effettuate su campioni di sangue prelevati durante i Giochi olimpici e poi congelati, era risultato al Cera positiva. Così, il 17 novembre 2010 il Cio, il Comitato olimpico internazionale, gli ha revocato la medaglia d'argento e ne ha ordinato la restituzione.
Sette anni dopo Rebellin è stato assolto da quell'infamante accusa: non era doping. "Il fatto non sussiste", ha sentenziato il tribunale. Altri sette anni e il ciclista è morto investito da un camion durante un allenamento in bicicletta a Montebello Vicentino. Era il 30 novembre 2022. Davide Rebellin aveva 51 anni.

LA RICHIESTA

Marco Zecchinato è un consigliere regionale vicentino appassionato di bicicletta. È stato lui, con la collega Silvia Maino, entrambi eletti a palazzo Ferro Fini nel 2020 nella lista Zaia Presidente, a consultare la famiglia di Rebellin, il fratello Marco, la moglie Francoise Marie: «Abbiamo condiviso con loro l'iniziativa». E cioè una mozione che impegna la giunta regionale del Veneto «a farsi portavoce presso tutte le opportune sedi affinché a Davide Rebellin venga restituita la medaglia olimpica del 2008, vista l'assoluzione dalle accuse di doping perché "il fatto non sussiste". È un segnale di giustizia e di gratitudine restituirgli dignità e onore».
«Quella di Davide Rebellin - dice il consigliere regionale - è stata una carriera da professionista durata 30 anni, cominciata nel 1992, che l'ha reso uno dei ciclisti più longevi e vincenti della storia del ciclismo nazionale. Un vero esempio di abnegazione e di dedizione anche per i giovani, sia corridori che atleti in genere. Purtroppo, Davide è incappato in una situazione di doping dalla quale però è stato riabilitato. Infatti, dopo sette anni e una lunga battaglia in varie sedi giudiziali, il 30 aprile 2015 è stato assolto dalle accuse di doping in quanto "il fatto non sussiste"». «Sfortunatamente - ricordano Zecchinato e Maio - il 30 novembre 2022 Rebellin è morto investito da un camion, lungo la Strada Regionale 11 a Montebello Vicentino. Il campione vicentino era in bici a Lonigo, al termine della sessione di allenamento ed è proprio per riabilitare la sua memoria di atleta, di uomo e di sportivo veneto che chiediamo la restituzione alla famiglia della medaglia d'argento olimpica attraverso l'impegno della giunta regionale del Veneto».

L'UDIENZA

Intanto il prossimo 27 maggio il camionista Wolfgang Rieke che ha investito e ucciso Rebellin, senza prestargli soccorso, andrà a dibattimento. Il Tribunale di Vicenza ha infatti rigettato la richiesta di patteggiamento a 3 anni e 11 mesi di reclusione, con conversione della reclusione in carcere nella detenzione domiciliare garantita dal braccialetto elettronico. Il processo sarà celebrato senza la parte civile. Attraverso Studio 3A-Valore, i familiari di Rebellin sono stati già risarciti dalla compagnia di assicurazione con 825.000 euro. A Lonigo, nel paese dove il campione di ciclismo è nato e vissuto, è stata intitolata alla sua memoria la pista ciclabile e la nuova passerella lungo l'argine del Guà. Ora si aspetta la medaglia d'argento. «Glielo dobbiamo», dice Zecchinato.

Ultimo aggiornamento: 12:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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