Prendetelo come un brodino caldo dell'ammalato per riprendersi piano piano e sentirsi un po' meglio. Il successo risicato sul Cagliari non piace affatto, ma va ingoiato per guarire del tutto e, magari, gustarsi presto un bel piatto prelibato. Dopo un misero punto nei tre precedenti turni, è di nuovo più vicina la Champions, la Lazio può ancora rialzarsi in questo campionato. E conta molto più la sostanza dello spettacolo, in questo frangente delicato. Così anche il Sarrismo si trasforma in corto Mau: tre delle ultime quattro gare (oltre quella di sabato pomeriggio, anche Fiorentina e Feyenoord) vinte per 1-0, in totale 6 su 9 fino a questo momento.
Il retroscena del dissenso
I fischi assordanti dell'Olimpico al triplice fischio dopo un trionfo, sia pure soffertissimo e tirato, però sembrano troppo. Solo i fan del Real osano tanto. Ieri mattina infatti ne parlavano ancora, Sarri e il suo staff, delusi e amareggiati a Formello. Il vice Martusciello non ha nascosto il fastidio: «Sull'altra sponda del Tevere giocano molto peggio di noi e vincono senza nessun mugugno». In realtà, sabato molti tifosi erano già indisposti prima dell'incontro per l'iniziativa "Mascotte" bocciata dall'ufficio marketing biancoceleste in Tribuna Tevere al Sodalizio. Ogni tanto, senza sminuire il marchio, bisognerebbe usare il buon senso. La rabbia è esplosa però per il solito atteggiamento indolente della ripresa, che non è piaciuto nemmeno a Lotito: «I tifosi hanno ragione a fischiare perché non si può vincere in 10 contro 11 in quel modo. Non c'entra nulla il tecnico. E ora va preso qualche provvedimento».
Di nuovo gol su azione
Vecchi vizi del passato, non sono piaciuti alcuni ingressi quasi contro voglia, col freno a mano tirato. Sicuramente la Champions toglie energie mentali e fisiche, questa squadra fatica a reggere i ritmi del doppio impegno. Ma per esempio Vecino era riposato, non aveva giocato contro il Celtic Glasgow. Continua invece l'involuzione di Anderson: nemmeno in corsa, il brasiliano torna incisivo. La Lazio ha congelato il suo rinnovo, ma teme anche ci sia la Juve dietro, pronta a prenderlo a giugno a parametro zero. Così Felipe però rischia il posto. Pedro ha finalmente trovato il suo primo gol in A (mancava dal 2 aprile), ma soprattutto la prima rete su azione dopo 40 giorni di astinenza biancoceleste in campionato. Dopo la Champions altra prestazione super di Isaksen, un esempio insieme a Guendouzi della grinta che serve in campo. Non c'è solo il brodino, gustatevi almeno un gelato.© RIPRODUZIONE RISERVATA
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