Venezia-Bologna, il ritorno di Mihajlovic in panchina: «Mi siete mancati... Grazie ai tifosi neroverdi»

Sabato 7 Maggio 2022
Bologna, il ritorno di Mihajlovic: «Mi siete mancati. L'Inter? Volevano vincerla in tribunale...»

VENEZIA - Al 9' del secondo tempo lo stadio Penzo esplode in un applauso dopo che la curva sud veneziana ha intonato il coro «Sinisa, Sinisa».

Lo stesso tecnico del Bologna, Mihajlovic, si è rivolto alzando le mani e ringraziando. In seguito, dalla tribuna e dai distinti sono partiti gli applausi. Il tecnico è tornato in panchina dopo una lotta con la malattia.

La presentazione

Bentornato Sinisa. A Casteldebole, in sala stampa, Mihajlovic riprende il suo posto per raccontare il Bologna di tutti i giorni e la sua storia, quella che i tifosi di tutto il mondo hanno seguito con un'attesa piena di energia. Mihajlovic esordisce così: «Mi siete mancati, quando vivi certi momenti, ti rendi conto che ti mancano anche cose che non avresti mai immaginato, come parlare con voi». Una battuta per sciogliere il ghiaccio e riprendere per mano il suo Bologna: «Domani sarò a Venezia: fin dal momento in cui sono rientrato in ospedale, il mio obiettivo è sempre stato quello di tornare il prima possibile alla normalità. Tornare sul campo dopo più di un mese è stato bellissimo, anche se purtroppo sono emozioni già vissute: la salute ti fa godere la vita e malattia te ne fa comprendere bene il significato, e dopo un sacco di tempo persino una passeggiata ti fa rinascere».

I tifosi 

"È stato un momento molto particolare e inaspettato, ringrazio i tifosi del Venezia perché non è roba da tutti i giorni che una tifoseria avversaria faccia i cori per l'allenatore dell'altra squadra. Li ringrazio molto perché hanno dimostrato signorilità". L'allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic commenta così i cori e gli applausi dei tifosi del Venezia nei suoi confronti durante il match vinto dai lagunari per 4-3 sugli emiliani.

Il ritorno di Mihajlovic dopo il ricovero

«È stato brutto ma sono qua e questo è quello che conta». Mihajlovic parla del periodo di ricovero, l'ultimo quello più difficile. «Dal momento che sono rientrato in ospedale, il mio obiettivo è stato quello di tornare alla normalità il prima possibile. Quando mi sono trovato dopo trenta e passa giorni di nuovo in campo è stato bellissimo, ma sono emozioni che purtroppo ho già vissuto. La salute ti fa godere la vita ma la malattia ti fa comprenderne bene il significato e dopo un sacco di tempo persino una passeggiata ti fa rinascere».

«Devo dire che questa volta è stato più pesante dal punto di vista mentale perché per il Covid sono dovuto rimanere sempre da solo, ho visto mia moglie solo per tre ore in un giorno. La prima volta ricevetti tante visite di amici, cose che danno un senso al percorso e che ti facilitano una permanenza come quella in ospedale... Stare sempre da soli è dura, ho sofferto molto. Colgo l'occasione per ringraziare squadra, società, staff, medici e infermieri che mi sono sempre stati vicini. Ormai sono di casa al Sant'Orsola, quando smetterò di allenare farò la guida turistica in ospedale».

La battuta sulla vittoria contro l'Inter

C'è pure la stilettata all'Inter, battuta al Dall'Ara nel recupero: «Da troppo tempo la sentivo definire una gara dall'esito già scritto. Hanno provato a vincerla prima in tribunale perché sul campo non l'avrebbero mai vinta e l'ho detto ai miei ragazzi: 'non la vinceranno maì. Io amo l'Inter e ho grande rispetto per tutti, compreso il mio amico Inzaghi, ma se c'è una cosa che mi ha dato fastidio è stato l'atteggiamento tenuto nei confronti di quella sfida: non ci dormivo la notte, non volevo che accadesse quello che tutti davano per scontato».

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 19:51
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