Il vocabolario della kermesse veneziana: dalla A di amore alla Z di zanzare

Domenica 10 Settembre 2023 di Alda Vanzan
Venezia 80

Venezia 80. Undici giorni di Mostra del cinema sintetizzati in un vocabolario tra film, assenze dei divi, glamour, proteste, premi. Aspettando le decisioni di Roma sulla Biennale.

A come amore
Quello struggente di Priscilla Presley che in sala stampa ancora piange pensando al suo Elvis, anche se l’aveva lasciato. Quello in Maestro tra Felicia e Leonard Bernstein, anche se lui era bisessuale. Quello in Ferrari, con il figlio del mitico Drake, Piero, che viene riconosciuto dopo anni e sul red carpet ammette: “Se mi commuovo? Dico di no, ma è vero”. Ma anche la dedica d’amore che Amal Clooney rivolge al suo George: “Tu, come Venezia, mi togli il fiato”.

B come biglietti venduti
In attesa del bilancio finale, i dati della prima settimana del festival hanno registrato un aumento delle presenze nelle sale.

Fugati i timori che l’assenza delle star tenesse lontani i cinefili dal Lido. Anzi.


C come clima
Due giorni di tregenda, il lunedì degli accrediti e il martedì della preapertura, poi la Mostra è stata graziata dal meteo: clima asciutto, soleggiato, niente afa. Però tanto freddo nelle sale. Tra ritorni di Covid, raffreddori e mal di gola, farmacie gettonatissime negli ultimi giorni di festival. E tamponi esauriti.

D come divi
Assenti dal Lido le star hollywoodiane per lo sciopero proclamato dal potente sindacato di sceneggiatori e attori che chiede un adeguamento dei compensi e un’azione di tutela nei confronti dell’intelligenza artificiale. Assenti Emma Stone, Bradley Cooper (che però qualche giorno prima del festival è calato al Lido per controllare che la proiezione del suo film andasse bene), Ralph Fiennes, Tilda Swinton, sul red carpet hanno imperato gli italiani. E le influencer. Che manco vedevano i film.


E come Enea
il film di Pietro Castellitto che sul set ha voluto il padre Sergio e il fratello Cesare. Uno dei sei film italiani in concorso, distintosi anche per una bestemmia di cui poteva tranquillamente fare a meno.


F come femminicidi 
La media è di una donna uccisa oggi tre giorni. Per dire no alla violenza contro le donne la Commissione bicamerale parlamentare presieduta da Martina Semenzato ha sfilato sul red carpet in maglietta bianca e “pantuffe” rosse.


G come gabinetti
Quelli del Palazzo del Casinò, vecchi, maleodoranti, funzionanti a intermittenza, puliti tra l’altro con notevole approssimazione. Urge profonda ristrutturazione.


H come hotel
Al Lido quest’anno prezzi delle camere aumentati, così come quelli degli affitti temporanei degli appartamenti. Immutati, invece, i prezzi dei cibi venduti all’interno della Cittadella del Cinema, ma solo perché erano ancora quelli del vecchio appalto. La nuova gara quadriennale si terrà l’anno prossimo, la Biennale assicura che i prezzi dovranno essere sempre calmierati. Vedremo.


I come investimenti 
Dimenticato da anni il “Buco”, cioè il cratere per le fondamenta del mai costruito nuovo Palazzo del cinema, la Biennale e il Comune di Venezia continuano i lavori di ristrutturazione, sistemazione, adeguamento dei manufatti esistenti. Quest’anno completamente rifatta la Sala Perla. L’anno prossimo programmati interventi in Sala Grande e in Sala Perla.


L come Leone d’oro alla carriera
quest’anno consegnato alla novantenne Liliana Cavani che dal palco della Sala Grande sgrida la Biennale: “Sono la prima donna a ricevere questo riconoscimento, non lo trovo giusto”. Messa così pareva che in 80 anni di Mostra non fosse stata premiata una sola donna, come hanno frettolosamente titolato alcuni giornali stranieri. In realtà Cavani intendeva dire che è stata la prima donna regista italiana a ricevere il riconoscimento. Sul palco avrebbero potuto rettificare, nessuno per garbo l’ha corretta.


M come molestie 
Giorgio Armani dedica a Venezia una spettacolare sfilata di moda, all’Arsenale arrivano attori, registi, stilisti, vecchie modelle, la madrina è Sophia Loren. Ma all’after party una mano birichina palpeggia il sedere del comandante della polizia locale Marco Agostini. Che alla quinta palpata se ne va, salvo poi scriverlo sui social: “A quasi 63 anni ho capito cosa prova una donna quando viene molestata”. Implacabili i meme seguiti alla polemica: “Mani di Giò”, “Comandante molestato”.


N come nude look
pressoché assente. Niente smutandate, niente “scandali” sul red carpet. Tanto colore, soprattutto rosa nell’anno di Barbie. I soliti azzardi che al Lido sono regolarità, ma anche begli abiti. Uno su tutti, il metallico ramato di Jessica Chastain, unica diva al Lido, una dea in terra che piange quando il pubblico in Sala Grande le tributa un’ovazione. Il più bello smoking, quello di Guillaume Canet. Anche il vicepremier Matteo Salvini in tuxedo, ma con calzetto milanista rosso-nero, esibito pure l’indomani. Deve averne, si spera, una scorta.


O come orsi
E lupi e animali in genere. La madrina Caterina Murino è la loro paladina e dal Lido lancia un appello al presidente di Trento Massimo Fugatti: “Ucciderli è sbagliato, deve tutelarli come fa l’Abruzzo”. Agente 007 al loro servizio.


P come proteste
Al grido di “stupratore” un gruppo di donne a seno nudo inveisce contro Woody Allen sul red carpet alla presentazione del suo 50° film, Coup de Chance. Lui non se ne accorge, sente solo gli applausi e firma autografi, ma è il direttore della Mostra Alberto Barbera a infastidirsi: “Sono 25 anni che se la prendono con Allen, è una persecuzione, è stato completamente scagionato”. Contro la scelta della Biennale di inserire in concorso altri due registi discussi per violenza sessuale, Luc Besson e Roman Polanski, scritte sui muri al Lido.


Q come Qr code
Il codice a matrice per scaricare non solo il menu al bar e al ristorante, ma anche il materiale dei film. Vent’anni fa il salone d’ingresso del Palazzo del Casinò era interamente occupato dal casellario, erano cumuli e cumuli di carta per ogni accreditato. Adesso la Biennale misura perfino l’anidride carbonica per contenere l’inquinamento.


R come Ridateci i soldi 
ossia il Muro di Gianni Ippoliti dove il Popolo della Mostra recensisce i film, ma soprattutto si sfoga. Per i prezzi troppo alti, per i vaporetti stracarichi, per la difficoltà di prenotare gli accessi in sala.


S come spoil system 
Al quarto dei quattro anni di mandato, il presidente della Biennale Roberto Cicutto difficilmente sarà riconfermato dal nuovo Governo di Giorgia Meloni, il ministro alla Cultura Giuliano Sangennaro ha in mente di sostituirlo con il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, già dirigente del Fronte della Gioventù e dell’Msi, da alcuni anni convertitosi alla religione musulmana. L’edizione 2024 della Mostra del cinema sarà ancora diretta da Alberto Barbera, poi anche per lui scadrà. E si vedrà. È la politica, bellezza.


T come trucco 
Cinque ore, dalle 2 di notte alle 7 del mattino, per trasformare Bradley Cooper nel direttore d’orchestra e compositore Leonard Bernstein. Si chiama trucco prostetico, per realizzarlo si usano protesi, calchi, stampi e, adesso, il 3D. Ma nel mondo del cinema mancano truccatori, così come esperti legali e amministrativi: “Servono professionisti ibridi”, l’appello lanciato in un convegno allo Spazio Regione Veneto.


U come Ucraina
L’anno scorso il video messaggio di Zelensky e l’applaudito appello: “Non restate in silenzio, non lasciateci soli”. Quest’anno l’Ukrainian Day, due ore di confronto sulla situazione dell’industria cinematografica ucraina. 


V come VivaTicket
Confermata anche quest’anno la prenotazione obbligatoria per entrare in sala, la piattaforma ha mostrato le difficoltà di sempre, con attese infinite per prendere un posto. Imbarazzante.


Z come zanzare 
L’estate sta finendo, le zanzare al Lido mai.

Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci