Venezia. Saverio Pastor, uno degli ultimi 5 "remer" di Venezia. «Ci salvano i turisti. Insegnare il mestiere a un giovane? Lo prenderei in giro, si illuderebbe di avere un futuro» - Foto

Venerdì 12 Gennaio 2024, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 11:59

«Ero iscritto ad Architettura, ma volevo fare il remer»


Saverio sorride, mentre racconta. Non smette di lavorare, leviga un legno con la pialla a due manici, attrezzo tipico, a sua volta introvabile sul mercato. «Dobbiamo ordinare gli strumenti di lavoro su misura ad altri artigiani». È un modo di nicchia, come è la voga alla veneta. Da ragazzo di bottega rifiutato a "Veneziano dell'anno", una bella progressione di carriera. «Ho accettato la gavetta, era un mondo chiuso. Io poi non provenivo da una famiglia artigiana, ero una specie di intruso. Carli, in un certo senso, mi guardava con sospetto. Insegnare i segreti del mestiere significava preparare un potenziale concorrente. Sono andato avanti così per quattro anni e nel frattempo mi ero iscritto ad Architettura, però senza troppa convinzione, volevo fare il remer».


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