Discarica, due anni per aprirla. E l'Ama spenderà 160 milioni

Lunedì 30 Dicembre 2019 di Francesco Pacifico
Discarica, due anni per aprirla. E l'Ama spenderà 160 milioni
Ancora 48 ore e Virginia Raggi dovrà firmare l’ordinanza che stabilisce dove sorgerà (pare a Tragliatella) la nuova discarica di servizio della Capitale. Almeno questo prevede l’accordo stretto prima di Natale tra il Comune e la Regione, complice la veemente moral suasion del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Negli ultimi giorni si sarebbero interrotti i contatti “politici” tra il Campidoglio e la Pisana, ma gli uomini del governatore Nicola Zingaretti sono ottimisti. Tanto che qualcuno dice: «Se la firma slitta di qualche giorno, non è una tragedia».

Intanto in molte parti della Città eterna - l’Aurelio, il Flaminio, il Prenestino, Tor Sapienza, soltanto per citare le situazioni più emergenziali - i cassonetti continuano a traboccare di rifiuti. Mentre in Ama girano le prime stime di quanto costerà nel 2020 all’azienda - e di riflesso al suo azionista, il Comune, e ai contribuenti romani - portare in altre regioni e all’estero la spazzatura che oggi viene destinata alla discarica di Colleferro: circa 80 milioni di euro all’anno. Cifra che va raddoppiata (160 milioni) visto che ci vorranno due anni per costruire la discarica a Tagliatella. Numeri che potrebbe costringere l’amministrazione - come paventato dall’Ad della municipalizzata, Stefano Zaghis - ad aumentare ai cittadini la Tari.

Come detto, è attesa entro domani l’ordinanza con la quale la giunta capitolina designa il nuovo sito dove costruire la discarica. Il nome più gettonato resta la cava di Tragliatella, nel XIV Municipio, dove sabato scorso circa 2mila tra residenti e abitanti dei comuni limitrofi hanno manifestato per dire no all’impianto. Stando a quel poco che trapela da Palazzo Senatorio, la sindaca, nella sua ordinanza, dovrebbe soltanto indicare il luogo, lasciando al tavolo tecnico con Regione e Città metropolitana i compiti di stabilire la dimensione del sito, le modalità e il soggetto che costruirà e gestirà la discarica. La Pisana vorrebbe che sia Ama, ma l’ipotesi non piace a tutti il Campidoglio, nonostante il Consiglio comunale abbia stanziato 100 milioni di euro alla municipalizzata in questa direzione.

Sempre stando agli accordi tra Comune e Regione, la Pisana si è presa l’onere di trovare - assieme con Ama e lo stesso Comune - sbocchi per conferire i rifiuti di Roma, che rischia di essere sepolta dall’immondizia dal 16 gennaio, quando sarà chiusa la discarica di Colle Fagiolara a Colleferro. L’impianto accoglie ogni giorno 1.100 tonnellate di scarti, poco più di 400mila tonnellate all’anno. Sempre sotto l’egida della giunta Zingaretti nelle scorse ore è stato rinnovato l’accordo con l’Abruzzo, che prenderà 70mila tonnellate dalla Capitale. E intese simili, si stanno studiando con Sardegna, Toscana, Umbria, Emilia-Romagna, Lombardia o Puglia, per non parlare del bando per conferire materiale all’estero che Ama sta scrivendo assieme a Invitalia.

Sempre all’interno della municipalizzata è stato calcolato che senza una soluzione alternativa nel Lazio, i viaggi della speranza della “monnezza” potrebbero costare all’azienda oltre 80 milioni di euro - 200 euro a tonnellata compresi i trasporti - penalizzando le già non floride finanze dell’azienda.
Al riguardo Zaghis rischia di non mantenere l’impegno (chiesto anche dalla Regione e dal ministro Costa) di approvare entro domani il bilancio 2017, non ancora deliberato perché l’azionista (il Comune) non vuole riconoscere alla sua controllata un credito da 18,3 milioni per i servizi cimiteriali. Il manager, che sta lavorando sul dossier da quando si è insediato, aspetterebbe i pareri chiesti a giuristi del calibro di Enrico Laghi e Giovanni Fiori. Se tarderanno ancora, se ne riparlerà nel 2020.
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