Chi l'ha montata rispettando le regole sul rispetto del codice della strada potrà continuare a sfruttare quella pedana e il conseguente spazio pubblico, ma dovrà iniziare a pagare l'occupazione del suolo. Il tempo passa e sul capitolo tavolini e dehors, concessi fuori dalle regole correnti come strumento emergenziale per dare ossigeno agli imprenditori piegati dalla crisi Covid, si mette un punto fermo.
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Il discorso non varrà invece per tutte quelle attività che, con la scusante della pandemia, hanno ecceduto anche i limiti eccezionali creando problemi non sono di decoro ma soprattutto di viabilità.
LA STRETTA
Su questo l'amministrazione comunale è irremovibile tant'è che l'assessore allo Sviluppo economico Monica Lucarelli ha già avviato un piano di rimozioni per quelle occupazioni ritenute abusive o comunque in contrasto con il codice della strada.
Complessivamente sotto la pandemia e con la misura eccezione più suolo per tutti gli esercenti della Capitale hanno potuto aumentare le pedane e i dehors in un numero di «circa 1.500 unità - fa di conto Andrea Alemanni, presidente della commissione Commercio - con l'80% di esse concentrate nel I e nel II Municipio».
LE RIMOZIONI
Già a partire dalla scorsa settimana i vigili urbani sono entrati in azione rimuovendo 18 occupazioni di suolo pubblico considerate abusive nel Centro, Trastevere su tutti gli altri quartieri. Il cronoprogramma, a fronte dell'analisi congiunta tra gli uffici municipali e quelli dell'assessorato, contempla altri 17 interventi nei prossimi giorni - fanno sapere da via dei Cerchi - quando la macchina delle rimozioni scatterà anche in II Municipio dove sono previsti una trentina di interventi. La possibilità di continuare a sfruttare gli spazi concessi in più, seppur a pagamento, varrà fino a giugno dopodiché la questione potrebbe tornare ad essere discussa anche se difficilmente si tornerà ad un panorama pre-Covid. In sostanza, quelli che hanno ottenuto più spazi durante l'emergenza, continueranno ad usarli se regolarmente, e pagheranno i canoni ma ci sarà comunque bisogno di un riordino del settore attraverso una concertazione tra Comune e Sovrintendenza per rivedere o comunque modificare i piani di massima occupabilità o i limiti alle nuove occupazioni in chiave tutela decoro, dal momento che pur di fronte ad un indice di saturazione acclarato per le aree del Centro restano gli altri quartieri e la certezza di nuove richieste di suolo anche a fronte dell'avvicinarsi dell'estate.
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LE ASSOCIAZIONI
Le associazioni di categoria non hanno mosso obiezioni al pagamento dei canoni ma hanno chiesto «un incontro all'assessorato al Bilancio e allo Sviluppo economico - spiega Claudio Pica, numero uno della Fiapet Confesercenti - per la definizione del pagamento dei nove dodicesimi del canone unico di occupazione di suolo. Auspichiamo che i Municipi in base sia alle osp regolari che emergenziali inviino i bollettini di pagamento al fine di evitare evasione da parte degli esercenti». Per quanto riguarda, infine, gli importi delle tariffe, già l'assessore Lucarelli disse a dicembre scorso che gli oneri sarebbero rimasti uguali e dunque nessun rialzo e nemmeno nessuna riduzione rispetto al passato.