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Zona rossa, nuovo dpcm: stop spostamenti anche in regioni gialle. Pronta la stretta anti-movida

Politica
Lunedì 11 Gennaio 2021 di Diodato Pirone
Zona rossa, nuovo dpcm: stop spostamenti anche in regioni gialle. Bar, niente asporto dalle 18
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La movida finisce nel mirino del governo. Dopo le ultime notizie su assembramenti e feste illegali in piazze e strade privilegiate per le serate dei ragazzi, in vista del nuovo Dpcm, l’esecutivo sta pensando di ridurre ulteriormente le occasioni di socialità impedendo ovunque ai bar di fare attività di asporto dopo le 18.

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Nuovo Dpcm, stop all'asporto dai bar alle 18 e agli spostamenti fra regioni, musei aperti in zone gialle

 


Questa è una delle ipotesi di lavoro che saranno discusse stamattina fra governo  e presidenti delle Regioni e che poi saranno inserite in un Dpcm da varare in settimana con l’obiettivo di fare entrare in vigore le nuove regole da venerdì 16 gennaio. L’altra novità contenuta nel Dpcm sarà la proroga del divieto di spostamento fra le Regioni, anche “gialle”. Dovrebbe slittare anche l’apertura degli impianti da sci. Lo stato d’emergenza dovrebbe essere prorogato fino ad aprile e non più fino a giugno.

 

 

 


Ma sul tavolo ci sono anche notizie positive come la possibilità di aprire (con molte limitazioni) i musei nelle regioni gialle e quella di istituire una zona bianca, seppur difficile da raggiungere (servirebbe un Rt sotto 0.5), in cui poter riaprire tutto senza limitazioni. Inoltre pare che i prossimi week-end non saranno arancioni per tutte le Regioni come si ipotizzava fino a ieri mattina.

Nuovo Dpcm, dal 10 gennaio 5 regioni zona arancione: le altre gialle. Elenco dei colori e le misure

 


IL NODO
Sono queste le ipotesi trapelate al termine della riunione del premier Giuseppe Conte con i capidelegazione dei partiti e che saranno presentate oggi alle Regioni nel vertice con il ministro Francesco Boccia. Un incontro nel quale i governatori hanno già annunciato di volersi opporre alla possibilità di far scattare automaticamente la zona rossa nel caso si superasse il limite dei 250 contagiati per 100 mila abitanti. Una raccomandazione, perorata dagli scienziati, che però potrà vedere la luce solo dopo il confronto di domani e solo dopo il passaggio in Parlamento del ministro della Salute, Roberto Speranza, in programma il 13 gennaio.
«Quel limite non l’ha chiesto nessuna Regione - è sbottato ieri il coordinatore delle Regioni, Stefano Bonaccini - e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni».
L’intenzione di Palazzo Chigi sarebbe quella di seguire le raccomandazioni di Istituto Superiore di Sanità e Comitato Tecnico Scientifico per varare il nuovo provvedimento che dovrebbe entrare in vigore il 16 gennaio: se l’incidenza settimanale dei casi supera i 250 casi ogni centomila abitanti, la Regione è automaticamente in zona rossa. Un’ipotesi che, con i dati attuali, collocherebbe il Veneto in zona rossa (con la sua media di 453,31 casi) e l’Emilia-Romagna di poco fuori (242,44 casi).
Le Regioni sono indispettite per il fatto che l’uso di questo indice sarebbe una sorta di premio a quelle furbette perché penalizzerebbe le Regioni che cercano molto il virus e favorirebbe quelle che “abbelliscono” i dati. Non a caso il giorno 8 il ministero della Salute ha fissato nuove regole per i conteggi dei tamponi. Adesso il ministero inserisce nei suoi calcoli solo i positivi al tampone molecolare. In futuro nel conteggio dovrebbero entrare anche i positivi ai test antigenici o rapidi di ultima generazione. 
Chiaro che enti che cercano molto il virus, come il Veneto, l’Emilia, il Lazio (e altri più piccoli) e che fanno molti antigenici, si sentono penalizzati rispetto a Regioni che fanno meno tamponi sia molecolari che rapidi o che magari fanno in modo di conteggiare pochi positivi posponendo i risultati o non conteggiando i tamponi fatti dai privati.
Il governo oggi cercherà di trovare un’intesa, ma appare chiara la volontà di stringere le maglie. «Purtroppo dobbiamo fronteggiare dati poco positivi», ha detto ieri in una intervista alla Rai il ministro della Salute Roberto Speranza. Si teme una terza ondata e si vuole contenere i contagi. Ieri sono stati registrati oltre 18 mila nuovi casi (prima la Lombardia dopo molti giorni con 3.200 contagi) e 361 vittime, con un incremento del tasso di positività salito al 13,3%.
Per questo nel nuovo Dpcm non dovrebbe cambiare la norma che limita a una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni) di andare le visite a amici o parenti. 
L’unica cosa certa al momento è che il nuovo provvedimento - al quale sarà affiancato un Dl per estendere il divieto di spostamento tra le Regioni - continuerà a prevedere le zone colorate e il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino.
Da oggi tutte le Regioni (tranne Lombardia, Veneto Emilia, Calabria e Sicilia) sono in fascia gialla ma le superiori riapriranno solo in Valle d‘Aosta, Toscana e Abruzzo.

 

Ultimo aggiornamento: 14:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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