Storia, identità e cultura comune. Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro

Mercoledì 20 Novembre 2019
Storia, identità e cultura comune. Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro
Storia, identità e cultura comune. Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro e all'istruzione, batte forte su questi tasti. «Il Veneto è un territorio meraviglioso che ha sempre fatto leva sull'orgoglio delle proprie radici, su un forte senso di appartenenza e su importanti valori condivisi. Su questi tre aspetti devono puntare le nostre aziende per essere attrattive nei confronti dei ragazzi. Serve questo per motivarli ed evitare che i migliori decidano di andarsene all'estero». L'assessore cita come esempio uno degli imprenditori intervenuti ieri sera all'evento organizzato dal Gazzettino: Nicola Pilotto, direttore amministrativo della Centro Carni Company di Tombolo, che lavora ottanta tonnellate di carne al giorno. «Sono andata personalmente a visitare questa azienda e ho respirato il grande orgoglio di avere le radici nella provincia di Padova - racconta -. Quando sono arrivata mi sono trovata davanti l'intera famiglia, una famiglia orgogliosa di avere quella lunga storia alle spalle. Tutto ciò crea grande valore e deve essere rimesso al centro. È proprio questo che dobbiamo trasmettere ai nostri ragazzi per evitare che scelgano di andare a lavorare in Germania, in Francia o in altri Paesi anziché in Veneto. Qui non siamo affatto in periferia e i nostri giovani devono capirlo. Qui, per esempio, esiste un settore manifatturiero che regge brillantemente la sfida con il resto del mondo e questo ai nostri ragazzi va detto, sennò vanno a Milano perché va più di moda. Torniamo a parlare di identità: la storia delle imprese venete va raccontata».
LA RICETTA
Se i valori rappresentano la base di partenza, la formazione è l'ambito fondamentale su cui agire per far crescere i lavoratori di domani. La ricetta della Donazzan, da questo punto di vista, è «guardare lontano per avere risposte vicino. Fare piani quinquennali per poi trovare i profili giusti nel più breve possibile». L'assessore entra nel merito: «Molte aziende vorrebbero il lavoratore ideale subito, ma non sempre è possibile. Bisogna programmare e orientare la formazione, noi ora stiamo facendo il massimo sforzo».
Il modello a cui guardare, secondo l'assessore regionale, è quello degli ITS (Istituti Tecnici Superiori), percorsi di specializzazione post-diploma dove i ragazzi possono acquisire competenze in svariati campi, dall'efficienza energetica alle nuove tecnologie digitali. «Sul nostro sito clicvenetolavoro.it - sorride guardando in prima fila Tiziano Barone, direttore dell'ente Veneto Lavoro - ho chiesto di mettere in bella mostra una statistica. Il tasso di occupazione dei ragazzi che escono dagli Its si attesta all'88%, significa che quasi tutti trovano immediatamente lavoro. Stiamo facendo uno sforzo davvero titanico, ma sempre più spesso mi rendo conto che ai ragazzi non interessa la prospettiva di avere un posto di lavoro fisso, solido e vicino a casa. Oggi molti giovani hanno aspettative diverse: non è più la generazione che vedeva un legame quasi indissolubile tra casa, famiglia, lavoro e territorio. Faccio un esempio: ora tra portare le pizze in Italia e portare le pizze in Canada, tanti preferiscono andare a fare lo stesso lavoro in Canada».
I DOCENTI
Formazione dei ragazzi, ma non solo. Secondo l'assessore Donazzan il vero salto di qualità sarà compiuto quando il sistema riuscirà a formare e ad aggiornare sempre più anche gli insegnanti. «Pensiamo per esempio al progetto dell'alternanza scuola-lavoro, che ha portato ottimi risultati per i nostri ragazzi nonostante il governo precedente lo abbia quasi cancellato - osserva l'esponente della giunta Zaia -. Io avevo proposto di fare un progetto analogo anche per i docenti. Sapete quante erano state le adesioni degli insegnanti? Trentacinque. Ci rendiamo conto? Trentacinque non è un numero per una regione come il Veneto. Mi auguro che quando lo riproporremo ce ne saranno molti di più. Potrebbero essere utilizzati i mesi di luglio e agosto, che non devono essere per forza mesi in cui stare a casa. L'estate sarebbe molto utile per l'aggiornamento dei docenti. E per invitarli, dando loro gli adeguati strumenti, a trasmettere agli allievi il patrimonio di storia, valori e identità delle nostre aziende».
LA RICHIESTA
C'è spazio anche per una riflessione di stampo prettamente politico. «La Regione Veneto ha già ottenuto importanti risultati nel campo dell'orientamento riducendo anche la dispersione scolastica (l'assenza dei minorenni dalla scuola dell'obbligo, ndr), ma resta una grande disparità tra il mondo della formazione e quello dell'istruzione. Mentre nella formazione i programmi didattici possono essere cambiati rapidamente da un anno all'altro in base alle nuove esigenze delle aziende, nel mondo dell'istruzione tutto è molto più complicato: portare delle modifiche ai piani formativi richiede tempi molto più lunghi. Per questo motivo - ecco la chiosa politica - chiediamo maggior autonomia. Ci permetterebbe di rendere più veloce l'adeguamento e l'aggiornamento dell'istruzione. E accelererebbe il passaggio dei giovani dal mondo della scuola a quello del lavoro».
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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