Sessant'anni trascorsi tra aneddoti divertenti, storie e racconti, carte, bolli,

Sabato 13 Giugno 2015
Sessant'anni trascorsi tra aneddoti divertenti, storie e racconti, carte, bolli, tribunali, autorizzazioni, burocrazia e polemiche. E ora, tra pochissime settimane, il nuovo hotel Santa Chiara si libererà di quell'enorme telo grigio che lo ricopre per mostrarsi a tutti. Un nuovo edificio in un'area in fermento: a Piazzale Roma dove, tra mille discussioni, Venezia vede comunque emergere la sua parte più contemporanea. Il ponte di Calatrava, la nuova pensilina, la cittadella della Giustizia, il People mover. E ora una nuova costruzione, un raddoppio che si accompagna alle tante aperture alberghiere in anni in cui, gli stessi albergatori, dicono che vorrebbero fermare il proliferare dei posti ltto a Venezia. Ma i progetti legati al turismo corrono più delle intenzioni.
Il nuovo Santa Chiara sarà composto da due parallelepipedi ricoperti di pietra d'Istria bianca che si intersecano l'uno con l'altro per ospitare l'ampliamento dell'hotel di Elio Dazzo, che dopo anni di contenziosi e di progetti presentati porta a compimento un progetto, le cui radici affondano nel 1957, quando i primi titolari dell'area erano la famiglia Orefice.
Tutto è pronto per il taglio del nastro, che avverrà entro la fine di luglio. Calerà il sipario che ricopre la costruzione ormai da quasi 5 anni, che parte della città aveva osteggiato anche relativamente alla realizzazione del parcheggio interrato, con un montacarichi elettrico per le auto che dal livello di Piazzale scende sotto di 6 metri. Il via libera della Soprintendentza, 5 nni fa, aveva scatenato non poche reazioni.
«Abbiamo presentato diversi progetti che prevedevano rivestimenti in mosaico, edifici rotondi, uno che sembrava un armadillo, uno con la cupola - spiega Dazzo - alcuni per provocare, altri erano molto belli. Ma a me interessava costruire e porre fine a questa lunga vicenda». Alla fine si è optato per un edificio moderno che dialogasse però in maniera naturale con la parte storica della città, spiega il direttore lavori Dario Lugato (che è anche uno dei tre progettisti).
Rivestimento in pietra bianca per gli esterni, mentre gli interni sono in marmo e le camere in stile, così come detta il gusto dei turisti, soprattutto americani. Dalla terrazza, al quarto piano, lo sguardo si allunga da una parte sul Canal Grande, sopra il ponte della Costituzione, e dall'altra si intravvede la terraferma. Storia lunga quella legata all'area dove sorge l'hotel, un'area che nel passato sia urbanisticamente sia architettonicamente si presentava molto diversa rispetto ad oggi e che dal 1840 ha iniziato la sua trasformazione: la costruzione del ponte translagunare, l'interramento dell'isoletta di Santa Chiara, la costruzione del ponte della ferrovia all'imboccatura del Canal Grande, il raddoppio del ponte, la creazione del terminal automobilistico di Piazzale Roma, l'apertura di Rio Novo, l'interramento del Rio Sant'Andrea e la demolizione del Palazzo Berlendis. Quest'ultimo fu demolito dal Comune perché osteggiava il rinnovo di Piazzale Roma, ma nel 1954 venne fatta una permuta con la proprietà con l'area adiacente all'albergo Santa Chiara. Tra l'altro, all'epoca l'hotel non era isolato come appare oggi ma aveva una quinta edilizia lunga 60 metri, demolita sempre dal Comune per favorire la realizzazione del terminal automobilistico. Nel 1999 la Santa Chiara srl, che ormai aveva acquistato da anni la proprietà, ha presentato domanda di concessione edilizia per l'ampliamento dell'immobile a destinazione alberghiera: da allora è iniziato il lungo iter che solo tra poche settimane arriverà alla fine.
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