SCANDALO ITALIANO
Alla fine l'attesa sentenza è arrivata. La Warner Bros.

Mercoledì 15 Novembre 2017
SCANDALO ITALIANO
Alla fine l'attesa sentenza è arrivata. La Warner Bros. Entertainment Italia conferma l'uscita in sala il 14 dicembre di Poveri Ma Ricchissimi, facendo notare che il film «è il risultato della creatività, del lavoro e della dedizione di centinaia di donne e di uomini di cast e produzione». Ma, nello stesso tempo sottolinea e ribadisce di aver «sospeso ogni futura collaborazione con il regista Fausto Brizzi, che non verrà associato ad alcuna attività relativa alla promozione e distribuzione del film Poveri Ma Ricchissimi. Nella nota la major spiega di prendere »molto seriamente ogni accusa di molestia o abuso e si impegna fermamente affinché l'ambiente di lavoro sia un luogo sicuro per tutti i suoi dipendenti e collaboratori». Da parte dell'avvocato del regista accusato di molestie, Antonio Marino, una linea per ora attendista: «Brizzi - risponde il legale - si pronuncerà anche su questo punto quando rilascerà una dichiarazione. Non ora però». Una decisione annunciata, quella della Warner dopo la tempesta, prima di soli sospetti e allusioni piovute sui giornali, fino alla puntata de Le Iene andata in onda il 12 novembre su Italia1 nella quale dieci attrici, quasi tutte con il volto oscurato (tranne Clarissa Marchese, Miss Italia 2014, e la modella Alessandra Giulia Bassi), hanno accusato il regista di molestie e abusi.
I COMMENTI
Sulla vicenda, intanto, continua il dibattito. «Non sta a me giudicare chi mente o chi dice la verità. So solo che umanamente mi dispiace tantissimo per Fausto, intuisco la difficoltà di questo momento che sta attraversando, che sia colpevole o che sia innocente», ha detto lo scrittore e regista Federico Moccia». L'unica cosa che posso dire è che Fausto sul set è la persona più galante, più protettiva e gentile con le attrici che abbia mai visto in vita mia», Lillo del duo Lillo & Greg, che con Brizzi ha girato due film. Paolo Virzì coglie invece l'aspetto sociologico: «Ormai è diventato uno show voyeuristico. C'è molta pruderie - commenta - C'è poi un problema di qualità dell'informazione su un tema così importante per la vita delle donne e in generale delle persone».
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