Sbandata mortale in Bmw a Salgareda Ventenne accusato di omicidio stradale

Mercoledì 22 Dicembre 2021
Sbandata mortale in Bmw a Salgareda Ventenne accusato di omicidio stradale
NOVENTA DI PIAVE
Dovrà rispondere di omicidio stradale, guida in stato di ebbrezza e di avere causato lesioni a più persone, il giovane che si trovava alla guida dell'auto che uscì di strada, provocando la morte di Nicolò Minello, venuto a mancare a soli 22 anni. Il pubblico ministero della Procura di Treviso, dottoressa Mara Giovanna De Donà, a conclusione delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio del conducente, coetaneo del giovane deceduto. La data dell'udienza preliminare sarà fissata nei prossimi giorni.
TRAGEDIA DELLA STRADA
La tragedia nella tarda serata del 18 ottobre 2020, a Salgareda, al confine con Noventa di Piave. I cinque amici, tutti residenti tra Musile, Meolo e la stessa Noventa, avevano trascorso la serata in una pizzeria di Piavon di Oderzo e stavano rientrando a casa a bordo di una Bmw 320. Percorrendo via Pizzocchera, nell'affrontare una curva a sinistra, il conducente non riuscì a tenere l'auto in strada, finendo nel fossato laterale e ribaltandosi, dopo avere travolto vari arbusti sul ciglio della strada. Ferite lievi per il conducente, mentre per Nicolò, che sedeva sul sedile posteriore, non c'è stato nulla da fare: è morto praticamente sul colpo. Tre ragazzi sono stati trasportati all'ospedale Ca' Foncello di Treviso per importanti traumi, due in terapia intensiva, in prognosi riservata. Il giovane che si trovava alla guida venne subito indagato per omicidio stradale. Il magistrato ha, quindi, affidato a un proprio consulente tecnico, il perito industriale Francesco Sottana, l'incarico di ricostruire la dinamica e le responsabilità dello schianto. Alle operazioni peritali ha partecipato anche l'ingegner Pierluigi Zamuner, quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A, società specializzata nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini a cui i familiari di Minello si erano affidati per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi. Al termine dell'inchiesta, quindi, la dottoressa De Donà ha chiesto il processo per il conducente della Bmw, per essersi posto alla guida dell'auto in stato di ebbrezza alcolica con quattro passeggeri a bordo (risultò, infatti, positivo all'alcool test, con un tasso alcolemico di 0,92 g/l) e per non aver regolato la velocità in un tratto di strada conformato da curva volgente a sinistra, con visuale preclusa e in ore notturne, non essendo in grado di conservare il controllo del veicolo e di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza.
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