Pink Floyd Leggenda da 50 anni

Mercoledì 22 Novembre 2017
Pink Floyd Leggenda da 50 anni
MUSICA
Sono stati il punto di riferimento della scena psichedelica e underground, amati da milioni e milioni di fan in giro per il mondo. Hanno creato e ricreato atmosfere magiche e hanno dettato uno stile. Anzi di più: sono stati lo stile. Sono i Pink Floyd, gruppo britannico che ha contrassegnato la storia del rock progressivo alla fine degli anni Sessanta alla metà degli anni Ottanta legati a doppio filo con Venezia per il famoso concerto in Bacino San Marco nel 1989 che, tra mille contraddizioni, mise in luce ancor di più la fragilità e la delicatezza di Venezia.
50 ANNI DI MUSICA
E ora per celebrare i 50 dal loro primo singolo Arnold Layne e del primo ellepì (come era un tempo) in vinile, il rivoluzionario The Piper at the Gates of Dawn e gli oltre 200 milioni di dischi venduti con le straordinarie produzioni successive, esce per i tipi di Skira, uno straordinario volume a più mani dal titolo Pink Floyd-Their Mortal Remains (55 euro), frutto anche di una mostra in loro omaggio in passato, nel quale si ripercorre la storia, le vicenda di un gruppo di amici, tutti dalla forte e controversa personalità (basti pensare all'indimenticabile Syd Barrett scomparso ) o quelle più pugnaci di Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason che hanno dettato la linea per moltissimi anni sulla scena internazionale. Ma questo volume non solo racconta la vicenda musicale del gruppo, ma sottolinea e pone in evidenza anche il ruolo che i Pink Floyd hanno voluto nello stile e nell'arte (soprattutto nei manifesti dei loro concerti, nelle copertina dei loro dischi, e in palcoscenico con il loro abbigliamento) con i continui richiami al genere underground in voga nel tempo e che ha trasformato anche gli estimatori dei loro dischi in veri e propri seguaci di una setta (oggi si direbbe followers).
PSICHEDELIA E SUCCESSO
E così, ora quelle musiche, quegli ambienti e soprattutto i loro dischi, consentono (soprattutto agli appassionati del genere che sconfina dai padri e alla madri ai figli, se non ai nipoti...) di conoscerli da vicino. E se The Piper at the Gates of Dawn rappresenta a tutti gli effetti l'inizio nell'agosto del 1967 e offre i segnali di una controcultura londinese al rock americano, sono soprattutto alcuni degli album successivi come A saucerful of Secrets (1968) e Ummagumma (1969) che danno il segno da una musica che cerca di superare gli steccati, che spazia negli esperimenti sonori, alle urla e alla psichedelia. Così per i Pink Floyd arriva il momento magico, quello della gloria e del riconoscimento come gruppo musicale trainante del panorama rock progressivo. Ed ecco, quindi, Atom Heart Mother (1970), album difficile, forse addirittura disorientante, ma che aprì al gruppo orizzonti nuovi. E così fu Meddle (1971) ad Obscured by clouds (1972) fino ad arrivare alla consacrazione planetaria con The Dark side of the moon (1973), uno dei dischi più venduti di tutti i tempi dove si sviluppano idee filosofiche, sperimentazione artistica, introspezione e riflessioni sul quotidiano seguito da un altro successo mondiale come Wish you were here (1975) con una dedica speciale a quel Syd Barrett che aveva lasciato tutto e tutti allontanandosi dalle scene.
THE WALL
E dopo una parentesi non proprio brillante con Animals (1977) e un successo difficile da ripetere, è la volta di The Wall (1979), forse l'ultima vera hit di una band che modificava la propria concezione di stile passando a forme più orecchiabili con l'intenzione di aprirsi ad un pubblico maggiore (anche con una scelta politica controversa per certi tratti). Ma se non sono gli ultimi fuochi, dopo 12 anni sulla cresta dell'onda, di certo i Pink Floyd non solo più gli stessi e lo dimostrano anche gli ultimi lavori da The final cut (1983) a A Momentary lapse of reason (1987); The division bell (1994) e The Endless River (2014) che anche nelle date di uscita la dice lunga sulla vena musicale del gruppo. Ma tant'è. Non vi è dubbio che i Pink Floyd resteranno tali nella storia della musica. Un mito da celebrare.
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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