MUSICA
La flautista Federica Lotti, toscana ma venezianissima per le sue attività,

Giovedì 5 Agosto 2021
MUSICA
La flautista Federica Lotti, toscana ma venezianissima per le sue attività, è tra le figure di spicco non solo del concertismo internazionale ma anche musa ispiratrice di compositori d'oggi che a lei dedicano i loro pezzi. A Venezia e alla venezianità è dedicato il suo cd Altre stagioni veneziane, in cui sono raccolte pagine storiche e novità assolute di autori nati nella città lagunare o ad essa legati per studio, frequentazione o per semplice amore. Nel corposo libretto che accompagna il disco Federica Lotti dialoga con il critico Guido Barbieri intorno ad ogni singola composizione in una forma che va oltre quella della semplice intervista, addentrandosi nell'analisi di ogni pezzo senza mai cadere nella trappola dell'autocompiacimento o del parlare difficile, così da risultare immediatamente comprensibile. «Senza rimpiangere un grandissimo, luminoso passato: nei miei progetti spiega la Lotti cerco sempre il contatto vivo con autori del tempo attuale. E così ho pensato di riunire alcuni compositori della nostra epoca che, ognuno a suo modo, avesse a che fare con Venezia: chi veneziano per nascita, come Bruno Maderna e Claudio Ambrosini, chi per formazione e attività, ed è il caso di Corrado Pasquotti, di Fabio Vacchi e di Mauro Montalbetti, oppure chi abita metaforicamente nell'Archivio della Fondazione Cini, come Camillo Togni, Fausto Romitelli e Franco Oppo.». Delle nove tracce presenti nel CD quattro sono prime registrazioni mondiali, tra le quali spicca il Frammento IV di Corrado Pasquotti a proposito del quale la Lotti, che ne è anche la dedicataria, dice: «Il Frammento IV fa parte di Senhal, poema scenico dei primi anni 80 composto da Corrado Pasquotti, che del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia è stato prima studente, negli anni 70, e poi docente di Composizione e Nuove tecnologie dal 1996. L'opera utilizza integralmente uno dei testi più rappresentativi di Andrea Zanzotto, Gli sguardi i fatti e senhal, scritto nel 1969 all'epoca dell'arrivo dell'uomo sulla Luna. Il poemetto vede il satellite della Terra come emblema di una figura femminile che l'uomo può ferire e violentare, profanata dallo sbarco dei primi astronauti. Nell'opera di Pasquotti la faccia visibile della Luna viene rappresentata da un mezzosoprano, mentre quella nascosta ha la voce del flauto. Questa parte strumentale prevede che l'esecutrice sia presente in scena accanto alla cantante ed è stata scritta per me».
VENEZIANO DOC
L'unico autore presente con due brani è Claudio Ambrosini, veneziano doc. Si tratta di A guisa di un arcier presto soriano e Classifying the Thousand Shortest Sounds in the World. A proposito del secondo intrigante titolo, Lotti afferma : «Non bisogna pensare che questo pezzo sia un semplice catalogo di suoni, anche se ne è realmente ricchissimo. Ma l'intento di Ambrosini era quello di scrivere, al contrario, una sorta di storia vivente dei suoni che il flauto è stato capace di produrre nel tempo».
Alessandro Cammarano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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