Medici, emergenza in corsia

Domenica 23 Settembre 2018
Medici, emergenza in corsia
SANITÀ
MESTRE Anche in città e in provincia mancano medici, tanto ospedalieri quanto di medicina generale. Un problema generale, che riguarda tutta Italia: in tutto il Veneto sarebbero 1.295 i posti vacanti negli ospedali, di cui 149 nell'Ulss 3 Serenissima. Difficoltà ci sono pure per i dottori di famiglia, con zone carenti come quella di Mirano e Santa Maria di Sala dove si confida che la Regione bandisca già nel giro di un mese la ricerca di un nuovo medico. Un tema sempre più caldo, a cui peraltro si accompagna la carenza di infermieri, 2 mila in regione, e di altre figure fondamentali per la presa in carico del paziente come gli psicologi o gli assistenti sociali.
PROBLEMI DA RISOLVERE
L'assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini, ha colto l'occasione della 18. edizione di Vis - Venezia in salute, per ricordarlo ieri al convegno che si è tenuto nella Sala degli Angeli dell'ospedale civile di Venezia sul quarantennale del Sistema sanitario nazionale. «Credo che dobbiamo essere consapevoli del tesoro che abbiamo in termini di capacità professionali dei medici italiani, nonostante ci siano problemi di mancato turnover e difficoltà nel reperire medici laureati. Ma la buona politica deve risolvere i problemi senza stravolgere l'impianto generale», ha detto Venturini alla presenza del presidente nazionale della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli, del suo vice, presidente dell'Ordine veneziano Giovanni Leoni, del dg dell'Ulss 3 Giuseppe Dal Ben e di quello dell'Ulss 4 Carlo Bramezza. La mancanza di camici bianchi, come ha riconosciuto la stessa azienda sanitaria veneziana, si fa sentire «in discipline specifiche quali l'anestesia e rianimazione, la radiodiagnostica, l'ostetricia e ginecologia, la medicina di accettazione e d'urgenza, la pediatria». Succede così che per coprire i buchi nell'organico diventi necessario ricorrere a medici a chiamata pagati a gettone. «L'Ulss 3 Serenissima effettua il reclutamento del personale attenendosi rigorosamente a quanto previsto dalla normativa vigente, ovvero ricorrendo ad avvisi di mobilità e procedure concorsuali, previa acquisizione della prescritta autorizzazione regionale», ha fatto sapere la direzione.
PROCEDURE ALTERNATIVE
Ma quei concorsi spesso vanno deserti perché mancano gli specialisti. «Un problema non di oggi mentre il turnover post pensionamenti è bloccato», spiega Leoni. Ecco perché l'azienda sanitaria deve ricorrere alle cosiddette «procedure alternative come il conferimento di incarichi liberi-professionali», come soluzione di riserva e sempre richiedendo il via libera della Regione «al fine di evitare l'interruzione di pubblico servizio». «Per rimediare a queste carenze riprende Leoni servono più posti nelle specializzazioni, con l'incremento delle borse di studio a un numero pari a quello dei laureati. Inoltre è necessario stabilizzare i precari, professionisti che lavorano a tempo anche per 4-5 anni, e assumere neolaureati da specializzare nei reparti, come quelli assunti con le cooperative e già impiegati in alcune parti per la gestione dei codici bianchi nei Pronto soccorso». Oggi Vis approda in centro, tra piazzetta Pellicani e via Palazzo, dov'è possibile incontrare gli stand delle 60 associazioni che hanno aderito alla manifestazione e presenteranno le loro attività per la promozione della salute.
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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