MARTELLAGO
«Di mio fratello non hanno trovato più nulla, neanche uno

Mercoledì 8 Maggio 2019
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«Di mio fratello non hanno trovato più nulla, neanche uno scarpone. Oggi, 8 maggio, sono esattamente tre anni da quando si sono perse le tracce di Adriano Duse, il 42enne di Maerne, celibe, laureato in Filosofia e Scienze dell'educazione, scomparso sui monti della Val Cimoliana, nel Pordenonese, nel 2016. Quella domenica Duse, appassionato di montagna, e di quel luogo in particolare, ha salutato la sorella Cristina e dalla sua casa di via Rialto è partito per una passeggiata: non era solito avventurarsi in percorsi difficili. Ha lasciato la sua Polo nel parcheggio del rifugio Pordenone, e da allora il nulla. Dopo l'allarme lanciato il lunedì mattina dalla sorella, non avendolo visto rincasare, è scattata la macchina dei soccorsi: Duse è stato cercato per giorni nel comprensorio montano da centinaia di volontari, in particolare del Soccorso Alpino, ma come detto è stata ritrovata solo la sua auto. Anche le indagini dei carabinieri di Cimolais non hanno portato a nulla. Sono passati mesi e poi anni, invano.
«L'amico che spesso lo accompagnava è tornato più volte nella zona per cercarlo, ma senza risultato - spiega la sorella, che ormai da tempo ha abbandonato ogni speranza di ritrovare il fratello vivo - Adriano era una persona responsabile: abbiamo scartato fin da subito l'ipotesi dell'allontanamento volontario. Del resto, dove sarebbe potuto andare e come avrebbe potuto vivere in questi anni? Con sé aveva solo pochi soldi». Resta però un'altra speranza, quella di poter trovare almeno il corpo, per dargli degna sepoltura. «E per mettere fine all'interrogativo che ci tormenta da anni - conclude Cristina Duse - siamo di fronte a un buco nero. Vorremmo capire cosa gli è successo, se ha avuto un malore o se è scivolato da qualche parte. Soprattutto quando si avvicina l'anniversario della scomparsa, il non sapere è terribile».
Nicola De Rossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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