MARGHERA
Hai voglia a dire che bruciano solo etilene e propilene. Quando vedi

Martedì 23 Luglio 2019
MARGHERA
Hai voglia a dire che bruciano solo etilene e propilene. Quando vedi quelle torce accendersi con fiamme altissime e, come avvenuto attorno alle 20 di domenica, per oltre mezzora anche con una colonna nera di fumo anche per la presenza di polveri, qualche pensiero negativo per forza ti viene, risvegliando tutti gli spettri che aleggiano sulle fabbriche di Porto Marghera. Un altro guasto, l'ennesimo, nell'impianto di Versalis di Fusina che si è protratto per tutta la giornata di ieri.
IL GUASTO
Già nella tarda serata di domenica il Comando provinciale dei Vigili del fuoco aveva reso noto di essere intervenuto nello stabilimento: «Le torce sono entrate in funzione per il malfunzionamento di un motore di raffreddamento. Siamo intervenuti insieme alla squadra di emergenza interna che sta garantendo la sicurezza dei tecnici che stanno operando per il ripristino totale dell'impianto, che dovrebbe avvenire entro tre ore circa con la diminuzione del prodotto bruciato in torcia». Evidentemente il ripristino è durato molto di più se, ieri pomeriggio alle 15.45, veniva comunicato che sono tuttora in corso le operazioni di riallineamento alle normali condizioni operative delle sezioni dell'impianto CR 1-3. «Un problema elettrico, cioé la fermata della pompa di circuito acqua di quench, il sistema di raffreddamento, ha causato una serie di ripercussioni a catena che ha portato alla semiparalisi dell'impianto - dicevano ieri a Fusina -. È il secondo episodio in meno di un mese, dopo essere stati fermi in manutenzione per 40 giorni». Blocchi - e accensioni delle torce - che si ripetono però mese dopo mese, anche se da Eni-Versalis si limitano a diffondere un laconico comunicato: «Oltre a quello di ieri, si sono registrati da inizio anno due episodi di attivazione per interventi di manutenzione programmati, con relativo preavviso agli enti locali, e altre quattro attivazione delle torce non programmate, a seguito dell'intervento dei nostri sistemi di sicurezza».
LE POLEMICHE
Le vedevano da tutta Mestre, dalla Riviera, da Venezia, dal Lido. Perfino da Chioggia. «Sta succedendo troppo spesso - commenta il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin che, al Cracking, ha dedicato anche il titolo del suo ultimo libro -. Sappiamo che le torce verranno sostituite da meno visibili, più discreti, sfiati a terra, anche se sarà un sistema per non far vedere la fiamma, mentre le torce resteranno in piedi per essere utilizzate solo in caso di ulteriori emergenze. Il problema è che l'investimento di conversione dello stabilimento a chimica verde non è ancora stato avviato né messo in calendario, continuando a spremere questi impianti di vecchia concezione fino all'inverosimile. Si sa che hanno bruciato etilene e propilene, ma ora vogliamo sapere nel dettaglio anche quanto hanno bruciato. E vogliamo che si passi seriamente alla riconversione». Luciano Mazzolin dell'associazione AmbienteVenezia parte alla carica: «Questi fuoriservizi o incidenti li abbiamo visti centinaia di volte negli ultimi anni, e quasi sempre i responsabili dell'impianto e le varie istituzioni hanno minimizzato. Quanto gas è stato bruciato? Le fiaccole hanno una portata massima che può arrivare sino a 300 tonnellate all'ora nella fase smokeless». Una portata che comunque, da comunicato ufficiale, è rimasta ampiamente entro la capacità smokeless dell'impianto.
L'ANALISI
E Antonio Natale, dell'Osservatorio Rischio industriale dell'Arpav, conferma che non si è trattato di una situazione di emergenza, e che tutto è rimasto sotto controllo: «Faremo dei
sopralluoghi con i vigili del fuoco, saranno valutate le cause ed eventuali prescrizioni per l'azienda per diminuire episodi di questi tipo. Sono stati bruciati etilene e propilene, una combustione similare a quelle del metano, senza altre sostanze». Ma inquinano le torce? «Producono monossido di carbonio, CO2, piccole quantità di ossidi di azoto e forse, in fase iniziale, un po' di polveri che generano quell'odore più acre - risponde Natale -. Va ricordato che il combustibile gassoso è migliore del combustibile liquido il quale, a sua volta, è migliore di quello solido. È errato mettere a confronto queste emissioni con i provvedimenti antismog che si prendono in inverno per il traffico e contenere le polveri sottili: quelle sono immissioni a livello del suolo diffuse nel territorio dalle auto e dagli impianti di riscaldamento, con temperature più basse e minor spinta verso l'alto. Siamo di fronte a proporzioni completamente diverse, con emissioni occasionali per quanto di grossa portata».
Fulvio Fenzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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