LA POLEMICA
Quando Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile ha appreso

Giovedì 6 Agosto 2020
LA POLEMICA
Quando Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile ha appreso la notizia si è fatto una risata. Nel mirino l'Ordine dei Giornalisti e il Sindacato di categoria che poco prima avevano diramato una nota di condanna per un comunicato di Beltotto nelle bacheche dei teatri di Padova, Venezia e Treviso il 31 luglio scorso nel quale si dice: «Non a tutti è dato il compito - ha scritto ìl presidente ai dipendenti - di andare sui giornali (come avete potuto notare ci sono poi giornalisti che sarebbe doveroso schiaffeggiare in pubblico, chiedendo loro conto della miseria di cronache marziane), ma il merito di tutto ciò è da ascrivere a tutta la squadra (...)». Insomma, frasi ad effetto rivolte ai giornalisti. Così, immediata è stata la replica dell'Ordine regionale che ha stigmatizzato la minaccia scritta di Beltotto.
BOTTA & RISPOSTA
«Schiaffoni in pubblico ai giornalisti colpevoli di non fare buone recensioni al Teatro stabile del Veneto e chiedere loro conto della miseria di cronache marziane- - sottolinea l'Ordine del Veneto -. È l'aberrante esortazione formulata dal presidente Gianpiero Beltotto in una comunicazione rivolta ai dipendenti dello stesso Stabile in cui autocelebra la vitalità e l'autorevolezza dell'ente. Ordine e Sindacato dei giornalisti del Veneto condannano le parole - che vengono tra l'altro da un giornalista professionista - che incitano alla violenza nei confronti di colleghi che, evidentemente, non accettano di inchinarsi al pensiero unico di Beltotto, continuando a svolgere il proprio lavoro di cronisti, senza cedere a diktat e propaganda tipici di un periodo cupo del Paese in cui la stampa non era libera e del quale forse Beltotto sente nostalgia». Insomma, veri e propri schiaffoni a distanza. Dal canto suo Beltotto non rinuncia alla risposta velenosa. «Una risata vi seppellirà. Punto. - va ancora all'attacco - Si tratta solo di sepolcri imbiancati. Lo vogliamo fare un bel dibattito pubblico invece di dire tante sciocchezze in libertà? Si informi l'Ordine delle cronache marziane, perchè non ha nulla da dire sulla scarsa verosimiglianza di alcuni resoconti che emergono dalle cronache? Sia ben chiaro non sono intimidito. Invito questi signori a venir fuori dagli avelli. Perchè altrimenti che fanno mi cacciano? Posto di trovare qualcuno in grado di capire di cosa stiamo parlando e qualcun altro che abbia un'idea originale, a settembre lo organizzo io un dibattito, perchè l'Ordine dei giornalisti, memore di ben altre parole d'ordine, se ne frega».
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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