La Milanesiana torna in laguna con una mostra tutta su Cavaglieri

Domenica 8 Agosto 2021
La Milanesiana torna in laguna con una mostra tutta su Cavaglieri
ARTE
VENEZIA Torna per la seconda volta a Venezia la Milanesiana, il laboratorio di eccellenza di letteratura, cinema, musica, arte, scienza, filosofia fondato e diretto da Elisabetta Sgarbi. E torna ancora una volta a Ca' Sagredo, palazzo nobiliare sul Canal Grande protagonista di installazioni e mostre di arte contemporanee, il 9 agosto alle 18 per una monografica di Mario Cavaglieri, pittore che proprio dalla sua città natale Rovigo, e poi da Venezia, iniziò la sua parabola artistica all'inizio del Novecento. La lettura del critico letterario Nuccio Ordine sarà seguita dalla lectio di Vittorio Sgarbi e da un intervento di Lorenza Lain, direttore generale Ca' Sagredo Hotel. Introduce Elisabetta Sgarbi. Progetto di allestimento di Luca Volpatti. Nelle opere in esposizione della collezione Cavallini Sgarbi, colorate e materici, spiega Elisabetta Sgarbi, «si respira un'aria di mondo, una gioia di vivere, una eruzione di vitalità pur se dentro stanze non abitate». Venezia non è stata casuale. «È stata scelta Ca' Sagredo e Venezia osserva ancora Sgarbi - in onore di Mario Cavaglieri che, benché di Rovigo, era legato a Venezia. E ho sempre pensato che l'effetto delle forme materiche di puro colore richiamasse gli effetti dei riflessi d'acqua nei canali di Venezia. Ma è una mia suggestione. Con Lorenza Lain due anni fa abbiamo iniziato questo rapporto che lo scorso anno si è interrotto a causa della pandemia. La prima mostra è stata di Marco Nereo Rotelli». La Milanesiana che si concluderà a Venezia è una manifestazione itinerante. «Il viaggio in Italia è un tema della Milanesiana - risponde la direttrice artistica della rassegna culturale -. Confrontarsi con realtà diverse, con città diverse è mettersi sempre alla prova, come ripartire sempre da zero. Non dare per scontato quanto si è fatto. Viaggiare con la Milanesiana è come essere sempre alla prima edizione. Mantiene giovani, nonostante la Milanesiana abbia 22 anni».
PROGRESSO
Perché è stato scelto Cavaglieri per la mostra di Venezia e che collegamento c'è tra questo artista e il tema Progresso? «Esponiamo sette dipinti, della Fondazione Cavallini Sgarbi, di un grande pittore che mio fratello Vittorio ha iniziato a collezionare - la risposta ddell'editrice e regista nata a Ferrara -. Un pittore che ha avuto fama e gloria in Italia e in Francia nella prima metà del novecento. Che ha attraversato le tragedie del novecento senza esserne scalfito, toccato, dipingendo sempre un presente di gioia contenuta, ordinata, domestica, gozzaniana. Quindi non c'è nulla di più lontano dal progresso - tema della Milanesiana di quest'anno - di Cavaglieri. Perché Cavaglieri non sente la storia, non se ne cura. Muore nel 69, probabilmente non si è accorto neppure dei moti studenteschi. È la resistenza dell'arte, che può creare un mondo separato, ostinatamente bello, gioioso e colorato, contro la storia e i suoi drammi. Cavaglieri potrebbe incarnare un progresso dello spirito, una cura del proprio sé, come un Viaggio intorno alla mia stanza di Xavier de Maistre».
Daniela Ghio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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