Jules Verne e l'Arciduca a Venezia

Venerdì 7 Agosto 2020
Jules Verne e l'Arciduca a Venezia
LA STORIA
La fama, che noia. Spera di non essere riconosciuto Jules Verne quando sbarca a Venezia. È l'11 luglio 1884 e con la moglie Honorine sta viaggiando nel Mediterraneo risalendo la penisola per trovare ispirazione ad un romanzo intitolato provvisoriamente Monte-Cristo. Come tutti i francesi punta dritto alla riva degli Schiavoni e all'Hotel Anglaterre. Per prudenza, mentre lascia il Saint-Michel III, lo yacht di 28 metri con cui effettua i suoi itinerari, sceglie di registrarsi con il nome del nonno materno, Prudent Allote de La Fuye. Ma è il segreto di Pulcinella: l'identità del celebre romanziere verrà presto svelata e la città gli riserverà un calore destinato a due effetti opposti.
LA LETTERA
Honorine racconterà con lo sguardo pieno di meraviglia dei fuochi d'artificio e dei lumini che decoravano la laguna con il nome di Verne. Il romanziere non nasconderà invece l'intolleranza per la messinscena, trattenendosi in Laguna solamente altri due giorni. Dopo ajkovskij e altri viaggiatori illustri, l'Hotel Aglaterre oggi Londra Palace annovera un nuovo ospite di rango: Verne riaffiora dalla memoria dei registri e delle cronache dell'epoca. A riannodare i fili della memoria una lettera di Nicolás Moragues, professore di Storia all'Università delle Isole Baleari e cofondatore della Jules Verne Hispanic Society, che ha ispirato il recupero e l'intitolazione di una suite omaggio al padre del Giro del mondo in 80 giorni.
IN LAGUNA
È all'apice della fama, nel tempo più felice della sua vita. Solo due anni dopo il nipote Gaston, psicotico, cercherà di assassinarlo procurandogli una ferita alle gambe destinata a portarlo in breve alla sedia a rotelle. Ma il quel momento Jules Verne si gode la ritrovata salute della moglie Honorine e uno dei momenti di maggiore equilibrio di un matrimonio segnato anche da accesi screzi. Del soggiorno di Verne dà notizia la Gazzetta veneziana, incaricata di raccogliere gli illustri sbarchi in Laguna, ma anche in una nota il Corriere della Sera. «Il celebre romanziere Giulio Verne è arrivato colla famiglia e alloggia all'Hotel Anglaterre - conferma il dispaccio datato 11 luglio 1884 - Egli prepara un nuovo romanzo scientifico che ha per teatro il Mediterraneo perciò fa una lunga peregrinazione nel suo yacht a piccolo cabotaggio sulle coste della Sicilia e dell'Italia Meridionale». Sarà poi molti anni dopo la stessa Honorine a confermare il passaggio veneziano a Edmondo De Amicis che, giovane collaboratore del Corriere, incontrerà Verne ormai anziano nella sua casa di Amiens. «Se, incontrandolo senza conoscerlo, mi avessero chiesto di indovinare la sua condizione, avrei detto: un generale in riposo, o un professore di fisica e matematica, o un capo di divisione di Ministero: non un artista. Non dimostrava gli ottant'anni che aveva, aveva un po' la travatura di membra di Giuseppe Verdi, un viso grave e buono, nessuna vivacità artistica nello sguardo e nella parola, maniere semplicissime, l'impronta di una grande sincerità in ogni manifestazione» lo fotografa De Amicis prima di raccontare di Honorine. La moglie è invece di tutt'altra pasta. Essa parlò subito dell'Italia, ricordando le accoglienze festose che vi ebbe suo marito, in special modo a Venezia. «Sapete - disse - che hanno illuminato la facciata dell'albergo e disegnato il suo nome sul terrazzo con i lumicini?». Il soggiorno veneziano è breve e forse sarebbe destinato a non lasciare traccia se, proprio in città, Verne non avesse ricevuto una visita misteriosa.
INCONTRO RISERVATO
L'uomo che chiede di incontrarlo è in realtà Luigi Salvatore d'Asburgo-Lorena, principe di Toscana e arciduca d'Austria, ma si presenta come uno sconosciuto ammiratore al grande romanziere. L'arciduca è un importante studioso del Mediterraneo e di ecosistemi naturali. Ma soprattutto è un accanito ammiratore di Verne. Il colloquio, secondo gli studi di Brigitta Mader raccolti dalla Jules Verne Societè di Parigi, è per entrambi una piccola folgorazione. Il viaggio è la chiave di volta per capire il rapporto: Verne si trova di fronte ad un aristocratico colto e amante dei viaggi, pittore e forse a propria volta scrittore. Scoprirà l'identità del suo ospite solo qualche giorno dopo. E chissà se quella conoscenza fortuita lo ispirerà nel romanzo successivo, Mathias Sandorf. Tra ipotesi e suggestioni si muove il recupero del soggiorno di Verne a Venezia che ha suggerito all'attuale direzione del Londra Palace di dedicare a quest'illustre ospite una suite che guarda sull'isola di San Giorgio. «La mail di Nicolás Moragues, professore di Storia all'Università delle Isole Baleari, nonché cofondatore della Jules Verne Hispanic Society, che attestava il passaggio di Jules Verne al Londra Palace e richiedeva eventuale altra documentazione, per me è stata una piacevolissima sorpresa, uno splendido regalo, ma anche un tuffo nel mio passato - spiega il direttore Alain Bull - Mi ha fatto tornare all'improvviso a quando ero studente all'Università di Ca' Foscari (sono laureato in Lingue e letterature straniere, indirizzo francese e spagnolo), a quando facevo ricerca e mi occupavo delle opere di questo autore che adoro». Così la nuova suite, che avrebbe dovuto chiamarsi Beau Rivage, dall'antico nome dell'Hotel è diventata suite Jules Verne, arricchita di elementi che richiamano lo scrittore francese e i suoi avventurosi racconti e con le testimonianze del suo passaggio a Venezia.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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