IN SCENA
Dalla notte dei tempi la guerra strappa giovani figli alle proprie madri.

Venerdì 10 Agosto 2018
IN SCENA
Dalla notte dei tempi la guerra strappa giovani figli alle proprie madri. E ancora, dopo il secolo breve dei massacri su scala mondiale, l'inizio del terzo millennio ha visto gli interessi guerrafondai prevalere sul senso di umanità. E oggi le madri cercano parole e gesti per dare un senso al loro inconsolabile lutto, ma anche all'esperienza della morte in guerra in tempo di pace. È questo il punto di vista che Giuliana Musso (nella foto) ha scelto per parlare della guerra in Mio Eroe, lo spettacolo in scena oggi alle 21 negli spazi di Villa Imperiale di Galliera Veneta, all'interno di Operaestate Festival (info tel 0424524214 - www.operaestate.it). Il tema generale dello spettacolo, vincitore del Premio Cassino Off 2017, è la guerra contemporanea. Il soggetto è ispirato alla biografia di alcuni dei 53 militari italiani caduti in Afghanistan durante la missione ISAF (2001- 2014).
UNA MADRE AFFRANTA
In Mio Eroe la voce della madre dolorosa, da sempre sequestrata nello spazio dei sentimenti, si apre un varco, esce dagli stereotipi e si pone interrogativi puntuali sulla logica della guerra, sull'origine della violenza come sistema di soluzione dei conflitti, sul mito dell'eroe e sulla sacralità della vita umana. Il dolore delle madri può superare la retorica militaristica che ci impedisce di ragionare sulla guerra quando siamo di fronte al feretro coperto dal tricolore e affonda con la forza dei sentimenti in una più autentica ricerca di verità. In queste testimonianze femminili il tema della pace e il tema della maternità risuonano per quello che ancora sono: pubblicamente venerati e segretamente dileggiati. Solo alla fine del monologo di Giuliana Musso, affiancata dalle musiche per violoncello eseguite da Andrea Musto, emerge forse la consapevolezza del razionalità umana presente nella voce delle madri piangenti. Quando ho iniziato temevo fosse troppo drammatico - rimarca l'autrice e interprete - e invece lo è, ma allo stesso tempo genera nel pubblico un sentimento di grande empatia, di pietà. Replica dopo replica, mi sono rasserenata. Alla fine credo di riuscire a far passare l'idea che la vita è il valore più grande e che risulta un cortocircuito il sacrificio dell'eroe di guerra. Io dico no alla figura dell'eroe perché la guerra è una follia senza senso anche per chi la fa, anche se oggi è un volontario. La pratica della guerra nella storia dell'umanità è sempre e solo fondata sulla menzogna, sulla costruzione del nemico assoluto. Tutte le guerre dall'Iliade ai giorni nostri si fondano su una montagna di fake news. E non si può procedere per idee rigide o moralizzanti, avverte l'artista, ma serve fare i conti razionalmente con la guerra, che è l'atto piu irrazionale in assoluto.
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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