Il tesoro di Toni Cibotto

Mercoledì 20 Marzo 2019
Il tesoro di Toni Cibotto
LA STORIA
Note di lettura e dediche sui libri di Fernanda Pivano, Mario Rigoni Stern, Giovanni Spadolini, Luigi Meneghello, Mario Soldati e altri personaggi della cultura. Pubblicazioni rare escluse dai circuiti commerciali. Un'ampia sezione denominata Veneto contenente saggi, biografie, itinerari. Testi di storia, teatro, letteratura, arte, antropologia e argomenti in linea con la poliedricità dei suoi interessi.
Sono alcuni dei tesori contenuti nella biblioteca di Gian Antonio Cibotto. Lo scrittore polesano, cantore della cultura veneta, firma prestigiosa del Gazzettino, morto a 92 anni il 12 agosto 2017. Su quella montagna di libri lasciati da Toni all'Accademia dei Concordi di Rovigo è scoppiato un caso nei mesi scorsi, riguardante la parte (circa il 7%) eliminata durante la sistemazione. Nessuno però si è chiesto cosa contenesse l'altro 93%. Quello riordinato dall'Accademia rodigina, la più antica istituzione culturale cittadina, attiva dal 1580 e attualmente presieduta dal filosofo della scienza Giovanni Boniolo.
LA CATALOGAZIONE
«A febbraio ha chiuso il secondo anno del nostro progetto finanziato dalla Fondazione Cariparo - spiega Antonella Turri, responsabile della biblioteca dell'ente - Questa operazione ha permesso di trasformare l'accatastamento di libri, lasciato da Cibotto senza alcun criterio, in un fondo specifico. Esattamente il suo desiderio quand'era in vita quando ha affidato i testi all'Accademia. I prossimi passaggi saranno la catalogazione, l'inventario e la timbratura delle opere. Poi saranno finalmente disponibili al pubblico».
UN DISORDINE ORDINATO
Cibotto teneva testi, riviste e opuscoli ovunque per casa. Anche in pile lungo le scale. Il lavoro immane e certosino fatto in questi due anni, passando uno ad uno tutti i suoi libri, è stato di creare dei nuclei omogenei. Il risultato di tale lavoro, svolto da uno staff di esperti, sarà illustrato in un prossimo incontro dall'Accademia, ma qualcosa si può anticipare. Intanto la quantità del fondo. «Si tratta di circa 37.500 libri su quarantamila, materiale vario compreso, dei quali non era stata fatta una selezione a priori - continua Turri - Ne sono stati scartati circa 2.800, perché in cattivo stato di conservazione: pagine mancanti, ammuffite, incollate, strappate, oppure opere in più volumi incomplete. Altri 500 titoli circa doppi sono stati inseriti nelle raccolte dell'Accademia, che non li possedeva. Ulteriori 240 volumi doppi o tripli sono stati inseriti nel Sistema bibliotecario provinciale. Tutto il resto fa parte del fondo».
LE CARTOLINE DI BERTO E PARISE
Un fondo costituito da 17 macro aree, più quattro categorie che potranno subire ulteriori selezioni e riorganizzazioni. «Fra le macro aree ci sono le pubblicazioni scritte da Cibotto, di cui è stato curatore o autore di prefazioni. Il materiale ricevuto in ragione del suo lavoro di critico, recensore, giudice ai premi letterari. Quello speciale escluso dai circuiti commerciali: ad esempio Pagine all'ombra di Concetto Marchesi (edito da Zanocco) o Cattività veneziana di Filippo De Pisis (All'insegna del Pesco d'oro). I libri annotati (note di possesso, lettura, dediche), le cartoline, i biglietti da visita di Arpino, Bacchelli, Berto, Parise, Tomizza e i tanti altri autori con i quali aveva relazioni. Poi arti; antropologia e cultura popolare con particolare riguardo alle tradizioni venete; cinema; dizionari; editoria e storia delle comunicazioni; filosofia; letteratura classica; letteratura italiana; letterature straniere; musica; religione; storia; teatro».
IL VENETO LETTERARIO
Di particolare interesse sono anche le altre quattro categorie. «Una per la varietà dei materiali è stata provvisoriamente denominata Veneto: contiene saggistica, biografie, pubblicazioni e itinerari. Un'altra è composta dalle collane tenute unite (Sellerio, Camunia, Newton Compton, Meridiani, Bompiani, Classici Utet). Infine ci sono i numeri di periodici e gli opuscoli».
Il tesoro di Cibotto, accumulato in tanti anni, è ora contenuto in oltre settecento scatoloni e nei lunghi scaffali attrezzati a palazzo Bosi nel cuore di Rovigo. L'edificio nella piazza principale del capoluogo polesano è collegato a quello dell'Accademia. È pronto per la fase 2 della catalogazione. Ma le peripezie vissute prima di approdare all'istituto culturale rodigino sono illuminanti, proprio alla luce delle recenti polemiche. Qualcuno ancora ricorda a metà anni 90 la mitica Mini Minor dello scrittore, ingombra di libri, con la fida cagnolina Fosca sul sedile davanti e lui alla guida, fare la spola da Rovigo ad Adria. A quest'ultima città, Cibotto aveva tentato di donare la sua dotazione libraria. «I libri rimasti ad Adria fermi in un deposito per un decennio - ricostruisce la vicenda la Turri - Poi nel 2007 lo scrittore si è accordato con Ennio Raimondi e Luigi Costato, allora segretario e presidente, per affidarli all'Accademia. Dal 2008 al 2016 c'è stata l'opera di recupero, a più riprese, dai tre luoghi dove si trovavano materialmente i testi: il deposito di Adria, la casa di Rovigo e quella di Roma dello scrittore. Dal gennaio 2017 la Fondazione Cariparo ha messo a disposizione i locali di Palazzo Cezza, anche per il riordino, e da lì sono stati trasferiti dove si sono ora».
Un viaggio quasi omerico durato vent'anni e ora giunto in dirittura d'arrivo. Grazie all'interesse e al lavoro dell'Accademia la montagna di libri diventerà una biblioteca vera e propria, che tutti potranno consultare e utilizzare. Proprio come voleva Toni.
Ivan Malfatto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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