IL LIBRO
«Porca miseria, Enrico. Ecco qui, leggo: il terrorista sarebbe

Venerdì 22 Gennaio 2021
IL LIBRO
«Porca miseria, Enrico. Ecco qui, leggo: il terrorista sarebbe stato steso su un tavolo e legato. Gli avrebbero riempito la bocca di sale e poi, chiudendogli il naso, gli avrebbero fatto ingoiare un grande quantitativo di acqua, che gli veniva continuamente versata nella bocca. Ti rendi conto di cos'hai scritto? E la stessa cosa sarebbe stata fatta anche a una terrorista, la quale vomitava di continuo. Dove sarebbero avvenute queste presunte torture?».
La scena del dialogo tra il direttore e il giovane reporter è la redazione del giornale dove lavora Enrico Curioni, abrasivo e dolente cronista di giudiziaria e nera degli anni '80. Sono i tempi nei quali il terrorismo, che ha stritolato un paese, sta per finire in tante delle coscienze che lo avevano confuso con la libertà; prima di essere chiuso nelle galere.
In questa atmosfera un giovane che scruta la dissipazione del mondo con senso di nausea e sconforto sembra salvarsi perché sa innamorarsi, perché la Lancia Aurelia B24 era l'unica cosa che possedevo su questa terra. Perché la colonna sonora è quella, ruvida e dolce come la voce da carta vetrata, di De André; mentre gli altri suoni vengono dai concerti di Keith Jarrett , o dagli LP dei Jethro Tull.
Condito dalla follia omicida e dall'ebbra inquietudine delle notti trasformate dall'alcol Enrico Curioni nell'estate del 1982 in una città del Veneto si scontra con la realtà che ha sempre descritto e capisce che non se ne può distaccare ma stavolta dovrà partecipare anch'egli. È questo il binario nel quale Lino Lava, - nato a Treviso, una vita di giornalismo passata a Padova, per decenni cronista giudiziario de Il Gazzettino muove la sua storia di inquietudini e passioni in Le foglie muovono il vento (Golem edizioni, 124 pag, 15 ).
Lava ha vissuto (e fa vivere il suo protagonista) nella parte della nazione che è sì locomotiva di un paese ma che ha smarrito in fretta, nella ricchezza e nei vizi del benessere, molti orizzonti. La vita notturna di Enrico Curioni è così la radiografia del malessere sociale; nascosto da feste, donne, freddi sentimenti e infingimenti quotidiani tra i quali riescono a farsi spazio rari e puliti sentimenti. Le foglie del titolo del libro sono un esempio di umana salvezza - quelle che un amico del protagonista, pittore operaio omosessuale, dipinge in un quadro che poi gli regalerà. Le foglie di una quercia, simbolo di energia, ma anche della lontananza di tante vite scosse dalle tempeste del tempo degli anni di piombo. Questa volta Lava però sembra non salvare nessuno; spezza anzi la voce dei protagonisti, tutti, e riflette sul pessimismo che (forse) diventa buona novella.
Adriano Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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