IL COLLOQUIO
Veronese, classe 1995, Federico Secondomè un nome che sarebbe

Sabato 17 Aprile 2021
IL COLLOQUIO
Veronese, classe 1995, Federico Secondomè un nome che sarebbe piaciuto non poco al Palazzeschi futurista è un esempio di come un cantautore possa evolversi nelle forme rimanendo fedele alla sostanza. «Credo di aver scritto la prima canzone verso i 9-10 anni racconta Federico ho iniziato a suonare il violino e sono entrato in conservatorio a 12 dopo aver vinto un concorso nazionale. Dopo un susseguirsi di avventure tra band adolescenziali e spettacoli itineranti, ho iniziato a produrre musica verso i 16 anni e ho abbandonato gli studi accademici a 19, aprendo il mio primo studio insieme a due amici. Ho pubblicato le mie prime vere tracce con Nameless Records (Umi), con lo pseudonimo Faith. Poi ho firmato con Sugar per altri due anni e ora sono un creativo felicemente indipendente e lavoro nel mio Uri Studio a Verona».
Millennial che parla alla Generazione X, dice che, «per quello che riguarda l'approccio personale, l'ispirazione la trovo nei momenti più insoliti e cerco di segnare sulle mie note tutte le mie sensazioni quando superano un certo livello di emotività. Sono anche un amante dell'inglese, questa cosa mi aiuta a chiudere le rime in maniera meno scontata, visto che difficilmente riesco ad affezionarmi a qualcosa di già fatto e rifatto. In generale so che cercandola dentro di me, l'ispirazione non potrà morire. Parlo innanzitutto a me stesso, se una generazione piuttosto che un'altra si riconoscerà in quello che dico e nel modo in cui lo faccio sarà la benvenuta nel mio mondo».
IL NUOVO SINGOLO
Dallo scorso 9 aprile è disponibile in streaming su tutte le principali piattaforme 100 anni il suo nuovo singolo che segna un ulteriore passo nel suo percorso creativo in cui sono presenti molteplici sensazioni che si aggrovigliano restando comunque immediatamente comprensibili, il tutto in una sequenza di flash che vanno dritti al punto. Alla domanda se sia complesso passare dal particolare, ossia tu, all'universale, ovvero chi ascolta, Secondomè risponde: «Qui si tocca un tasto fondamentale nella mia produzione lirica. Non sono mai riuscito ad essere troppo pragmatico e diretto in quello che dico, e per questo sono stato anche rimproverato in passato. Se ci si pensa, ogni parola può avere un gusto diverso in base alla musica che la accompagna, un accordo, un suono, una progressione armonica. Io cerco solo di trovare le parole migliori su un beat che già di per sé parla, e quindi non faccio altro che accentuare con il linguaggio verbale quello che è il linguaggio musicale, ben più complesso e soggettivo. Questo mix di ingredienti è la meravigliosa illusione che le canzoni sono in grado di creare in noi».
Intense le sue collaborazioni con altri artisti, anche molto diversi tra di loro, che mettono in luce un grande eclettismo rimanendo allo stesso tempo se stesso e rispettando il collega per cui scrive o produce. «Sento di essere una persona empatica, questo significa anche che cerco di ascoltare il più possibile chi mi parla. Mi chiamo Federico Secondomè perché do sempre un mio punto di vista personale sulle cose, e i colleghi con cui lavoro sanno e rispettano questa cosa. Ciò mi rende essenziale per alcuni progetti, ma inutile per altri. A volte mi metto anche molto da parte, dipende davvero dal grado di interesse che ho nel dire la mia in una certa situazione, cercando di non impormi mai. Fare musica con qualcuno equivale esattamente a farci sesso, nulla di più e nulla di meno».
Alessandro Cammarano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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