Gli spedizionieri: «Fondamentale lo scavo dei canali»

Lunedì 20 Maggio 2019
Gli spedizionieri: «Fondamentale lo scavo dei canali»
CHIOGGIA
Lo scavo dei canali navigabili, a Chioggia, avverrà indipendentemente da quello di Venezia. Per lo scalo clodiense la pronta eliminazione delle secche formatesi lungo la rotta che conduce dalla bocca di San Felice a Val da Rio è irrinunciabile. Al contrario, il dragaggio del canale Vittorio Emanuele servirebbe esclusivamente a garantire un'alternativa per le grandi navi da crociera che fanno scalo a Venezia. A forza di parlare indistintamente di scavi in laguna, nell'ambito di un unico piano generale, si corre davvero il rischio di dover attendere troppo tempo. È un dato di fatto che, attualmente, nessuno saprebbe nemmeno dove scaricare l'enorme massa di materiale prelevato dalla totalità dei fondali lagunari bisognosi di dragaggio perché i luoghi destinati al deposito non potrebbero riceverla, essendo quasi del tutto esauriti. Oltretutto, non esiste alcun progetto esecutivo per la localizzazione di nuove casse di colmata. Gli operatori portuali sostengono che dovrebbe essere conferita la massima priorità all'eliminazione dei dossi formatisi a Chioggia, indipendentemente da quelli previsti per Venezia, anche perché l'escavo produrrebbe una modesta quantità di fanghi non inquinati che potrebbe, forse, ancora essere smaltita abbastanza agevolmente. «È un dato di fatto commenta lo spedizioniere internazionale Giuliano Godino che il porto di Venezia, per quanto riguarda il traffico mercantile, può continuare a operare egregiamente anche senza ulteriori dragaggi mentre quello di Chioggia si ritrova già costretto a rinunciare ad un gran numero di navi di stazza media. Seppur a malincuore, numerosi armatori hanno abbandonato lo scalo clodiense perché, a causa delle secche formatesi nel corso degli ultimi anni, le loro navi di costruzione più recente non possono accedervi senza correre il rischio di incagliarsi». «Sta di fatto conferma il portavoce del Comitato per il rilancio del porto Alfredo Calascibetta che i pochi mercantili che ancora attraccano a Val da Rio sono tutti di piccola stazza. Si tratta di una categoria di navi un tempo numerosa; oggi, minoritaria. Ovvio che il numero dei potenziali clienti tenda, per questo, ad una costante decrescita. Le tariffe concorrenziali e la competenza delle maestranze, da sole, non bastano, se le navi non passano. Non ci si deve illudere prosegue - quando si registra qualche sporadica ripresa. Capita esclusivamente in coincidenza con lo sbarco e l'imbarco di merci voluminose, ma leggere che non incrementano pericolosamente il pescaggio delle carene. Tutti debbono ammettere che il recupero dei traffici perduti non possa prescindere dagli escavi. L'alternativa sarebbe chiudere per sempre».
R.Per.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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