Furto al Ducale, sconto in appello per il capo della banda

Sabato 31 Ottobre 2020
Furto al Ducale, sconto in appello per il capo della banda
IL CASO
VENEZIA Consistente sconto di pena in appello per il principale imputato al processo per il clamoroso furto di gioielli messo a segno a Palazzo Ducale il 3 gennaio 2018. Nei giorni scorsi la difesa del sessantaduenne bosniaco Vinko Tomic, considerato il capo della banda e l'ideatore del furto, nonché colui che ha materialmente rubato i preziosi, ha concordato con i giudici della terza sezione della Corte d'appello di Venezia la riduzione da cinque anni e sei mesi a tre anni di reclusione, in cambio della rinuncia ai motivi d'appello. E così la sentenza di condanna si avvia a diventare per lui definitiva, con la prospettiva di uscire tra non molto dal carcere, considerato che si trova detenuto già da quasi due anni, dopo l'arresto avvenuto nel novembre del 2018.
I PATTEGGIAMENTI
Riduzione di pena che per l'imputato latitante, Dragan Mladenovic, 55 anni: da sei anni a tre anni e quattro mesi per aver fatto da palo durante l'apertura della teca della sala dello Scrutinio, dalla quale furono sottratti una spilla e un paio di orecchini di platino e diamanti, gioielli di gran valore esposti durante la mostra I tesori dei Moghul e dei Maharaja.
Tomic e Mladenovic hanno scelto di andare a processo con rito abbreviato, mentre altri tre componenti della banda hanno preferito chiedere e ottenere il patteggiamento della pena che in un caso risulta superiore a quella definita in appello: Zelmir Grbavec, 49 anni, indicato come l'autista del gruppo, implicato in tutti gli accessi della banda a palazzo Ducale (due dei quali non andati a buon fine), ha ottenuto infatti l'applicazione di tre anni e otto mesi di reclusione.
Gli altri due componenti della banda, Zvonko Grgic, 44 anni e Vladimir Durkin, 48 anni, accusati soltanto dei due tentativi di furto falliti, hanno patteggiato due anni, 10 mesi e 20 giorni ciascuno.
FATTO DI ESTREMA GRAVITÀ
Per motivare la condanna esemplare inflitta a Tomic e Mladenovic in primo grado, a fronte di una richiesta di tre anni e sei mesi formulata dal pm Giovanni Gasparini, il giudice Alberto Ciampaglia, aveva parlato di «fatto di estrema gravità» che ha «colpito un luogo simbolo della cultura e della civiltà e ha provocato un forte allarme sociale e un forte disdoro per la città di Venezia».
I giudici d'appello hanno ritenuto congrua una pena di due anni e mezzo più bassa per entrambi.
Il furto aveva suscitato clamore per le modalità con cui i ladri erano riusciti a beffare i sistemi di sicurezza e darsi alla fuga con i gioielli e aveva avuto risalto sui media di tutto il mondo. I ladri sono stati individuati grazie al lavoro investigativo della Squadra mobile di Venezia.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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