Campiello a Caminito con dedica al femminile

Domenica 5 Settembre 2021
LA CERIMONIA
È Giulia Caminito con L'acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) con 99 voti la vincitrice del Premio Campiello 2021. L'opera dell'autrice romana, già nela cinquina dello Strega, è stata la preferita della giuria dei Trecento Lettori anonimi. Paolo Malaguti con Se l'acqua ride (Einaudi) si è classificato secondo con 80 voti, che ha preceduto Paolo Nori con Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij (Mondadori) con 37, Carmen Pellegrino con La felicità degli altri (La Nave di Teseo) con 36 e Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli) con 18.
SCRITTURA ESSENZIALE
Caminito, classe 88, ha dato vita ad un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un'inquietudine radicale. Condotto con una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica al tempo stesso, il suo testo rappresenta un'ostinata sfida all'infelicità. «Ringrazio la mia casa editrice, i miei genitori, la mia famiglia e i lettori che hanno supportato questo libro», ha commentato, sottolineando di aver indossato un paio di scarpe rosse «per dedicare il premio alla possibilità delle donne di leggere e scrivere sempre, in qualunque parte del mondo». Parterre di 800 invitati con rappresentanti delle istituzioni oltre al sindaco Brugnaro, Walter Veltroni nell'inedita veste di presidente della giuria dei Letterati, il ministro Federico D'Incà e il sottosegretario Dalla Vedova del mondo imprenditoriale, tra i quali il presidente Confindustria Venezia Rovigo, Vincenzo Marinese, della cultura e delle case editrici. Fra i presenti, anche il cantautore Roberto Vecchioni, nella giuria dei Letterati. Abiti eleganti, per lo più total black per i signori e per le signore long dress dagli spacchi vertiginosi, tacchi alti, pochette abbinate in una mano e green pass da esibire nell'altra. Il tutto nel commosso ricordo dello scrittore Daniele Del Giudice, scomparso a Venezia nella notte tra l'1 e il 2 settembre. Lui, che aveva scelto la laguna come casa, avrebbe dovuto ricevere il premio alla carriera proprio nel corso della serata e ieri è stato omaggiato da un lungo applauso e con un filmato, oltre che attraverso le parole del presidente della Fondazione Il Campiello («È mancata una persona cara a tutta la nostra cultura») e del direttore editoriale Einaudi, nonché suo amico, Ernesto Franco. «Un termine per descriverlo? Sentire. Nei suoi libri non c'è alcun sentimentalismo ma una continua ricerca in grado di descrivere il modo di sentire il mondo contemporaneo», ha detto Franco.
PRIMA VOLTA IN ARSENALE
Location d'eccezione, per la prima volta nella storia del Premio Campiello, l'Arsenale nord, illuminato con suggestive luci dalle sfumature ambrate, luogo tra i più iconici della storia della città antica e rivelatosi ancora una volta come una cornice unica. Alla sua seconda volta, dopo quella di due anni fa, l'ultima dell'era pre Covid al Teatro La Fenice, la conduttrice televisiva e radiofonica Andrea Delogu che ha presentato la serata vestita in un abito in velluto blu, arricchito di piume e lungo strascico. Accompagnando il pubblico alla scoperta dei finalisti, delle loro opere, attraverso un dialogo aperto che li ha traghettati fino alla premiazione finale. Ad animare l'attesa del verdetto il musicista e attore bolognese Lodo Guenzi, frontman del gruppo Lo Stato Sociale, in una versione inedita del successo Una vita in vacanza, al quale è stato affidato il compito di leggere i passi più salienti dei libri finalisti. A contendersi l'ambita vera da pozzo, iconograficamente ispirata a quella di San Trovaso, nel sestiere di Dorsoduro, erano presenti sul palco tutti i finalisti della competizione letteraria, avvolti in un'atmosfera in cui l'emozione era palpabile e premiati con un vaso Salviati.
Marta Gasparon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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