Alle volte basta un burqa per dire no al radicalismo

Venerdì 15 Dicembre 2017
Alle volte basta un burqa per dire no al radicalismo
C'è un bel tocco femminile in questa commedia che si fa le beffe dell'integralismo religioso giocando con equivoci, travestimenti, imprevisti e battute intelligenti, mettendo alla berlina temi delicati come religione, tradizione, famiglia. La storia ruota attorno alla bella Leila, che in una banlieu parigina molto pacifica e pulita vive p integrata col fratello minore e con il fidanzato francese, figlio di intellettuali iraniani comunisti e super laici. La coppia sogna di andare a vivere a New York dove Leila ha la possibilità di fare uno stage all'Onu. Ma all'improvviso torna a casa il fratello maggiore, reduce dallo Yemen dove ha aderito al radicalismo islamico, deciso a raddrizzare i costumi dissoluti dell'occidente. Così il povero fidanzato, per vedere la sua amata, deve ingegnarsi nei modi più strampalati. Indossando in burqua , ma anche studiando il Corano per provare a destabilizzare le credenze assolute del suo avversario. Il corto circuito tra costumi musulmani e occidentali si sviluppa tra ironia e autoironia: e passando da Maometto a Victor Hugo, Abadi suggerisce la possibilità di deradicalizzare un giovane che vede nella moschea l'unico modo in cui poter socializzare.(chiara pavan)
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