Addio a Vladimiro Carlon partigiano e sindacalista

Martedì 24 Aprile 2018
IL PERSONAGGIO
VENEZIA Per un soffio non è riuscito a celebrare i 73 anni dalla Liberazione, Vladimiro (Miro) Carlon, partigiano e sindacalista scomparso ieri a Venezia. I suoi funerali si svolgeranno in forma laica venerdì prossimo alle 11 a San Lorenzo, nella sala consiliare della Municipalità di Venezia, Murano, Burano.
Classe 1925, antifascista della prima ora sin dal completamento degli studi nel 1940 e dopo la presa di contatto con Dante Dall'Osso e Vittorio Romanin per la creazione di un nucleo clandestino e organizzato, Carlon alternò la militanza politica al lavoro in Ferrovia. L'armistizio dell'8 settembre 1943 lo colse a Bolzano, dove assieme ad altri colleghi effettuò diverse azioni di sabotaggio fino all'agosto 1944, quando si unì a una brigata partigiana del Tesino. Alla fine dell'anno, affetto da una grave bronchite, tornò a Venezia senza rinunciare alla lotta politica. Risale a quel periodo l'adesione a un Gruppo di azione patriottica, nelle cui file partecipò alla sollevazione della città il 28 aprile 1945. Fin qui il partigiano combattente. Che nel dopoguerra fece ancora parlare di sé come esponente locale del Partito comunista italiano e soprattutto in seno alla Cgil, sindacato dove ricoprì per lungo tempo la carica di segretario del comparto ferrovieri. Risale al 1971 la sua elezione a membro della commissione per gli enti locali del Consiglio regionale, carica ricoperta per un quadriennio. Altri aspetti rilevanti della sua ricca biografia politico-sindacale, la formazione dell'Ente turistico lavoratori italiani su sollecitazione della Camera del Lavoro, e la sua nomina a direttore generale dello stesso fino al 1995. Nonché il ruolo esercitato come presidente provinciale dello Spi/Cgil. Comunista storico e irriducibile (significativo che l'annuncio della cerimonia laica a San Lorenzo diffuso dagli amici si accompagni alla richiesta di partecipazione con bandiere rosse e vodka), Carlon è stato anche un apprezzato autore di saggi storici. Particolarmente ricco il fondo a suo nome depositato presso l'Iveser alla Giudecca, risalente al marzo 2014 e composto in prevalenza di carte e documenti inerenti vicende legate al Pci veneziano (quali relazioni, verbali, congressi e rassegne stampa) dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Non meno preziosa, la sua documentazione su Porto Marghera, sull'Urss e sulla Cecoslovacchia.
Vettor Maria Corsetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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