LA VICENDA
UDINE Tredici treni passeggeri su ventisei da spostare in trincea.

Martedì 23 Luglio 2019
LA VICENDA
UDINE Tredici treni passeggeri su ventisei da spostare in trincea. Ma l'operazione per alleggerire la tratta in superficie e arrivare così in futuro ad eliminare i passaggi a livello di Udine est non sarà a costo zero per la Regione. E potrebbe comportare tempi più lunghi per i convogli, fino a 15 minuti, come ammette lo stesso parlamentare leghista Mario Pittoni e come conferma Rfi, anche per le possibili interferenze con i treni merci. Sono questi alcuni dei nodi emersi ieri al tavolo tecnico convocato in Regione a Udine. Resta anche l'incognita dei tempi per i lavori del famoso nodo di Udine, cruciali per la dismissione della tratta di superficie e l'eliminazione delle barriere.
PROTAGONISTI
«Rfi - spiega l'assessore Graziano Pizzimenti - ha fatto uno studio su quanti treni passeggeri si possono spostare. L'infrastruttura oggi non può sostenere più di tot convogli. Se ne potrebbero subito trasferire 13 su 26: su questi la Regione dovrà fare una valutazione. Lo spostamento di questi 13, infatti, ha dei costi: la Regione dovrebbe mettere qualche decina di migliaia di euro. Quindi, dovremo fare delle verifiche, linea per linea, anche sulle possibili sovrapposizioni con alcuni merci. Poi bisogna insistere con Roma perché il ministero finanzi Rfi per i lavori dello snodo di Udine, per potenziare il tratto di binario interrato. Per portare tutti i treni passeggeri lì, infatti, ci vogliono investimenti cospicui. Sono milionate, che per adesso lo Stato non ha messo su quella parte lì». Pittoni assicura che quei fondi «arrivano a tranche, non ci sono ancora tutti, ma ci sono. Mancano solo 800 metri di doppio binario. Non sono i soldi il problema, comunque». Piuttosto, per lui, il nodo sono i tempi. «Dobbiamo ottenere la priorità per quei lavori, che richiederanno 2 anni e mezzo o tre. Ma ancora non si sa quando potranno partire. Servono squadre specializzate. Io farò pressione per dare priorità all'intervento di Udine, segnalando la pericolosità del tracciato in superficie, soprattutto vicino al Bearzi, dove centinaia di ragazzi passano con le sbarre abbassate. La prossima settimana incontrerò il capo dipartimento del ministero dei Trasporti e chiederò garanzie perché l'intervento parta subito». Anche Pittoni, tenace sostenitore del trasferimento dei treni passeggeri in trincea, ammette che spostare i primi 13 convogli richiederebbe «qualche costo aggiuntivo, ma minimo, e tempi più lunghi, perché, anche se la percorrenza media sarebbe di 3 minuti in più in trincea, se dovesse saltare qualche coincidenza o se ci fosse qualche interferenza con i merci, per qualche convoglio ci potrebbe essere qualche ritardo maggiore di circa 15 minuti rispetto ad adesso. Ma va valutato linea per linea. Bisognerà calibrare bene. Per ora si lavora su 13 linee su 26: vedremo se resteranno 13 o se su qualcuna si deciderà di soprassedere». Rfi conferma che l'effetto immediato del trasferimento dei 13 convogli sulla circonvallazione sarebbe «la quasi saturazione di quella linea, con l'impossibilità di concedere altre tracce merci». Quanto ai tempi di percorrenza, «ci sono due tipi di interferenze possibili: con il traffico merci esistente in trincea, che per Rfi ha pari dignità rispetto al traffico viaggiatori, e con i treni regionali provenienti da Gorizia nel tratto fra Pm Vat e Udine. Sicuramente questo andrebbe ad aumentare il tempo di percorrenza di alcuni regionali».
RFI
Rfi, che conferma che i tempi in più potrebbero «arrivare fino a 15 minuti», poi non nasconde che «i merci sono statisticamente più soggetti a guasti e limitazioni di velocità nel caso di carichi eccezionali». E quindi «questi 13 convogli sarebbero soggetti a possibili ritardi e rallentamenti». L'esempio fatto è calzante: «È come se in autostrada all'improvviso decidessero che la metà delle auto che oggi va in corsia di sorpasso debba andare sulla corsia di marcia dei camion. I merci hanno altre velocità».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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