L'Offerta su FriulAdria promossa dalle categorie

Giovedì 17 Giugno 2021
IL TERRITORIO
PORDENONE Non è un fulmine a ciel sereno che arriva sul territorio in cui la banca FriulAdria è nata ed è cresciuta. La possibilità che prima o poi - forse la pandemia può avere accelerato l'operazione - i francesi del Crédit Agricole volessero impossessarsi del rimanente 17 per cento di azioni in mano ai piccoli risparmiatori era nell'aria da diverso tempo. Restava da capire il modo e il come il socio di maggioranza procedesse verso una incorporazione o fusione.
LE CATEGORIE
«L'Opa lanciata dal Crédit Agricole consente a chi è in possesso di azioni FriulAdria un remunerazione di tutto rispetto. Siamo di fronte - sottolinea il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti - a valori importanti. Si tratta di un'offerta molto generosa e quasi irrinunciabile anche se non obbligatoria. Un'offerta estremamente conveniente che dimostra anche un'etica e un rispetto per il territorio da parte del gruppo bancario che controlla già l'istituto da oltre dieci anni. Forse per Pordenone - aggiunge il leader degli industriali locali - si tratta, per certi versi, di uno strappo sentimentale legato alla storia. Ma il percorso era segnato da tempo. È stato lento e graduale, con i cambi anche nel brand e nelle insegne delle filiali quasi rispettosi del territorio pordenonese». Rispetto a una futura nuova governance lontana da Pordenone Agrusti aggiunge: «Non dobbiamo rimanere legti ai nomi e agli assetti societari. Certo l'auspicio è che una eventuale fusione non comporti un allontanamento dell'attenzione per il territorio. FriulAdria ha una lunga storia ed è stata importante in passaggi fondamentali del territorio. Basti citare l'Università e il sostegno alle molte iniziative culturali, in primis Pordenonelegge. L'auspicio è che questo legame, ma non ho motivi per non crederlo, con il territorio rimanga e non venga spezzato. Al di là dei nomi e degli assetti di governance». Accenna al passato, ma guarda avanti anche il presidente di Confcommercio Alberto Marchiori: «Di fatto ormai da anni le decisioni venivano prese dal vertice nazionale del gruppo francese, come è giusto che sia visto che dal 2007 è l'azionista di maggioranza. Negli anni FriulAdria si è dimostrata una banca solida con un'altra credibilità. Sull'Opa ci mancava solo che ci dicessero quando e in che termini sarebbero state valutate le azioni di quel 17 per cento in mano ai piccoli risparmiatori. Ora chi possiede i titoli avrà la possibilità di risollevare il valore delle azioni che nel tempo era sceso». Il valore era sceso ma era stato ampiamente ricompensato dai dividendi cresciuti negli ultimi anni. «Non ha senso oggi - aggiunge Marchiori - piangere sul passato. Lo snodo vero c'è stato alla fine degli anni 90 quando non si fece la grande popolare e la banca venne venduta al gruppo Intesa. Oggi siamo in una situazione diversa, l'auspicio è che in un futuro si tenga conto del tessuto economico e imprenditoriale locale per dare risposte concrete in termini di credito agli operatori e di sviluppo del territorio.
LE ISTITUZIONI
«Siamo di fronte a un'operazione gestita bene, non è un prendo e scappo. Anzi dà fiducia rispetto al sistema bancario e anche garanzie al territorio per il futuro. Ci sono i presupposti per dire che i soci di minoranza si vedono riconosciuti. Sui dipendenti non sembrano esserci ripercussioni e anche sul gettito fiscale arriveranno garanzie». Ne è convinto anche il sindaco Alessandro Ciriani che guarda con ottimismo all'Opa sulle quote di minoranza di FriulAdria. «Seppure in modo diverso - aggiunge - ma un assetto territoriale verrà mantenuto e non si andrà verso uno smantellamento dell'istituto bancario sul territorio. Anche perché sulle azioni c'è un investimento di 166 milioni».
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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