IL RICORDO
FAGAGNA Ha detto addio al figlio Daniele in una notte senza stelle;

Lunedì 18 Novembre 2019
IL RICORDO FAGAGNA Ha detto addio al figlio Daniele in una notte senza stelle;
IL RICORDO
FAGAGNA Ha detto addio al figlio Daniele in una notte senza stelle; lo ha visto tra le lamiere dell'auto, ha gridato a chi voleva fermarlo di lasciarlo passare che quel ragazzo era il suo. «Mi hanno sussurrato che non c'era più nulla da fare», racconta Marco Burelli al telefono. Con la forza della disperazione ricorda il sedicenne che non c'è più, come se le parole potessero tenere acceso un barlume di speranza. Daniele, un ragazzo curioso della vita che stava prendendo il patentino che a quattordici anni il papà non gli ha permesso di fare «perchè era troppo piccolo: gli ho detto tante volte che bisogna essere prudenti. Daniele sapeva la teoria, era pronto per l'esame».
IL BRAVO STUDENTE
Un sedicenne al quale la morte fa un baffo, convinto come gran parte dei suoi coetanei che non lo riguardi. «Frequentava l'istituto Bearzi ed era bravissimo a scuola, avanti rispetto al programma. Anche il suo preside mi ha chiamato commosso, come i suoi compagni, i suoi amici». Un sospiro profondo, la voce che si spezza: la morte di un figlio è inaccettabile e le parole, tante, di papà Marco fanno venire i brividi: «Sabato Daniele è venuto con me ad aiutarmi a costruire il presepe di Battaglia di Fagagna. Ha spostato le cose più pesanti ed è andato a casa a studiare». Poi è tornato «e siamo andati in osteria: io e Giulio (il fratellino più piccolo di Daniele che ha otto anni), abbiamo ordinato due bicchieri d'acqua naturale. Lui gassata». Ricordi di quotidianità che il padre vuole custodire nella memoria come tesori. E quella scelta dell'acqua gassata che racconta la vita del sedicenne, piena di bollicine.
L'UOMO DI CASA
Era cresciuto Daniele, nel giro di qualche mese aveva guadagnato dieci centimetri e aveva superato il papà. «Mi prendeva in giro, mi chiamava vecchietto. E oramai sembrava un uomo. Quando un mio amico mi ha chiesto se era proprio Daniele così alto, gli ho detto che erano tutti ormoni». Una tempesta che ti fa sentire invincibile, pronto a provare l'ebbrezza in ogni sua forma. «Era diventato lui l'uomo, era insostituibile. E ora non c'è più... Come farò senza di lui».
LA RICERCA NELLA NOTTE
Marco Burelli ieri ha trovato la forza di andare a trovare gli amici di Daniele in ospedale. «Mi sento responsabile...». Accanto a lui, mentre parla al telefono, c'è la nonna Ninfa che ha «cresciuto il nipote, gli ha insegnato le preghiere. La faceva arrabbiare, ma poi la riempiva di bacioni». E ripercorre la notte senza stelle che gli ha rubato il figlio. «C'era un temporalone, così io e mia moglie Enrica ci siamo alzati intorno all'una, abbiamo visto che in camera c'era solo Giulio, Daniele non c'era. Mia moglie mi ha detto che probabilmente era in macchina per telefonare in pace. Ma, una volta usciti, ci siamo accorti che l'auto non c'era». Subito la mamma e il papà di Daniele con l'altra auto si sono messi alla ricerca del figlio. «Siamo andati a Fagagna, poi spostati verso Carpacco. Giravamo alla cieca. Siamo quindi siamo saliti verso Villanova e Fagagna. E sullo stradone abbiamo visto delle luci blu, tante. Dei lampeggianti». E ha capito. Subito. «Ho visto lui dentro l'auto, ma hanno cercato di fermarmi. Li ho spostati gridando che era mio figlio, era lui dentro l'auto. E mi hanno detto che non c'era più niente da fare». Il papà trova la forza di lanciare un appello, disperato, ai ragazzi come suo figlio: «Quello che ha fatto Daniele non si deve fare. Non è come un gioco del telefonino dove si hanno quattro, cinque vite. La vita è una. Una sola». Ci sono anche le parole di Chiara, la sorella diciottenne, che ha scelto le storie di Instagram per ricordare il suo Daniele: «Sono la sorella di Daniele. Tutti voi che ora lo state ricordando... vi ringrazio davvero di cuore, non sapete ciò che significa per me e la mia famiglia in un momento del genere. Vi prego, vi prego non dimenticate mai il mio fratellino.
Susanna Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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