Uccise con 20 coltellate: l'avvocato chiede l'assoluzione

Venerdì 19 Gennaio 2018
Uccise con 20 coltellate: l'avvocato chiede l'assoluzione
CONEGLIANO
Liliana Ordinanza, la 27enne di Conegliano, condannata a 27 anni per omicidio volontario, merita d'essere assolta. È la conclusione alla quale giunge, nel ricorso in appello, l'avvocato difensore Luca Dorella e nel farlo mette in evidenza una serie di criticità nelle motivazioni del giudice di primo grado. Incomprensibile, attacca, che non siano state concesse le attenuanti generiche prevalenti alla 27enne. Il 17 aprile 2016, a Miane, quando pugnalò 20 volte, uccidendo l'amico Medhi Chairi, operaio marocchino di 42 anni, si trovava in una situazione psicologica particolare. Liliana Ordinanza, nota perché presentava difficoltà a identificarsi sessualmente, aveva dovuto subire un rapporto sessuale, a pochi giorni da un aborto. Una donna, aggiunge l'avvocato Dorella, che aveva problemi di droga, tanto da prostituirsi per poterla acquistare, e assumeva psicofarmaci.
LEGITTIMA DIFESA
Descritta la situazione generale (il riconoscimento delle attenuanti abbasserebbe la condanna a 12 anni e, di conseguenza la 27enne, con la buona condotta potrebbe lasciare il carcere entro il 2013), la difesa è entrata nel merito del processo. «Ordinanza - precisa il legale, ribadendo quanto sostenuto in primo grado - va assolta perché ha ucciso per legittima difesa. Al limite l'accusa di omicidio volontario va derubricata in quella di eccesso colposo di legittima difesa.
ASSO NELLA MANICA
L'avvocato Dorella, forte della perizia psichiatrica di parte (il giudice di primo grado non la dispose), chiede ai giudici d'appello di sottoporre la 27enne a un perizia sulla sua capacità di intendere e volere. Secondo il legale la donna, quando uccise l'amico al culmine di una notte di eccessi curante la quale venne consumata molta cocaina, non era in grado di distinguere il bene dal male. E pertanto andrebbe assolta con formula piena. Il legale, in subordine, ipotizza, il vizio parziale di mente, che determinerebbe un ulteriore sconto di pena.
IL RISARCIMENTO
Se la ricostruzione dell'avvocato Dorella dovesse essere accolta dai giudici d'appello, molto probabilmente verrebbero azzerate anche le provvisionali immediatamente esecutive che il giudice assegno al figlio dell'operaio marocchino (80mila euro), all'ex moglie e al fratello (35mila euro ciascuno). Il ricorso, depositato alcune settimane fa, dovrebbe essere discusso prima dell'estate.
LA CASA DELL'ORRORE
La Scientifica dei carabinieri, gli investigatori del Nucleo operativo, al termine di accurate ricostruzioni basate anche sulla perizia medico legale, sono certi di aver ricostruito nei dettagli quanto accadde in via Roma a Miane. Due delle 20 pugnalate, usando un coltello trovato nella cucina della vittima, sono risultate fatali per Chairi: una all'intestino, inferta stando dietro, e un'altra a un polmone. Il motivo di quella rabbia cieca? Ordinanza, anche se nessuno ha potuto smentirla, ha raccontato la sua verità. «Ero stata costretta a fare sesso - disse - e volevo andarmene. Scappare. Ho trovato la porta chiusa e ho avuto paura per la mia vita». È a quel punto che, spaventata, sarebbe corsa in cucina e, afferrati i coltelli, si sarebbe scagliata contro l'uomo con il quale aveva appena trascorso una notte di eccessi. Infine la fuga, con l'auto della vittima poi ritrovata vicino alla stazione di Conegliano. Intanto Chairi, ferito gravemente ma ancora vivo ma con i polmoni pieni di sangue, non riuscendo a gridare per chiedere aiuto, si sarebbe trascinato fino alla porta di casa. Sarebbe riuscito a socchiuderla, per poi crollare sul pavimento e morire.
Roberto Ortolan
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