SPRESIANO
Non beghe tra vicini come succede fin troppo spesso, non solo dissidi

Mercoledì 13 Giugno 2018
SPRESIANO Non beghe tra vicini come succede fin troppo spesso, non solo dissidi
SPRESIANO
Non beghe tra vicini come succede fin troppo spesso, non solo dissidi e dissapori che si trasformano in assemblee condominiali di fuoco e furiose litigate tra un piano e l'altro. Piuttosto una palazzina messa praticamente a ferro e fuoco da due condomini, madre e figlio di 76 e 53 anni, decisi a dettare legge al resto dei residenti e spietati nei confronti di chi non voleva conformarsi ad una prassi secondo cui tutti avrebbero dovuto fare come dicevano loro, si trattasse dell'irrigazione del giardino comune o della piantumazione di arbusti e siepi. Creando così un clima talmente invivibile da costringere più di qualcuno a vendere l'appartamento e andarsene via.
ALLA SBARRA
Dopo un mare di procedimenti davanti al giudice di pace conclusi con remissioni di querela nella speranza di poter rimettere pace, la guerra dei pianerottoli scoppiata in un condominio di Spresiano è approdata dinnanzi al giudice monocratico. Dieci proprietari infatti hanno perso definitivamente la pazienza denunciando i due dittatori. Madre e figlio sono stati così rinviati a giudizio e adesso devono difendersi dall'accusa di stalking. Per la Procura di Treviso tra il 2012 e il 2014 il 53enne e la madre 76enne avrebbe ingenerato un tale clima di tensione da causare in gran parte dei condomini una vera e propria paura per la propria incolumità fisica. Che ci fosse da discutere davanti alla porta di casa o durante l'assemblea condominiale il tono infatti era sempre arrogante e offensivo e quando la litigata diventava rovente il finale da parte dei due imputati sarebbe stato all'insegna delle minacce. Finisce che vi ammazziamo tutti è la frase che sarebbe stata rivolta dai due ai vicini colpevoli di voler far valere il regolamento condominiale e non la legge imposta dai presunti stalker. Ma soprattutto a finire nel mirino degli atteggiamenti di madre e figlio sarebbero stati, secondo le accuse, i bambini a cui ad un certo punto sarebbe stato di fatto impedito di giocare in giardino e a cui sarebbero stati rivolti pesanti insulti indirizzati ai genitori. Piccoli in lacrime, mamme e papà infuriati e via con altre infinite discussioni, ingiurie e minacce.
CONTROMISURE
Ad un certo punto ci sarebbe stato chi ha tentato di porre la questione all'attenzione dell'assemblea condominiale ma senza successo, arrivando così a vedersi costretto a vendere la proprietà per sfuggire all'inferno. Un condomino anziano avrebbe invece deciso di trasferirsi dai figli per trovare un po' di pace. I due si difendono dicendo che le offese e gli atteggiamenti prevaricatori sarebbe stati quelli dei vicini e che le minacce sarebbero state reciproche. Si torna in aula il prossimo 22 giugno per la testimonianza delle due coppie che si sono costituite parte civile.
Denis Barea
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